(ASI) Umbria - Anche a Perugia e in Umbria, dopo pochi altri centri italiani tra cui Roma, Varese e Pisa, è ora possibile il trattamento dei tumori con la nuova tecnica della terapia percutanea a microonde. All’Ospedale Santa Maria della Misericordia del capoluogo regionale è stato eseguito per la prima volta un trattamento percutaneo di termoablazione a microonde per la cura di un tumore primitivo del rene in un paziente umbro di 70 anni, per il quale era stato sconsigliato l’intervento chirurgico.
La procedura è stata eseguita dai Dottori Corrado Malaspina e Matthias Joachim Fischer, dell’Area Funzionale Omogenea di Diagnostica per Immagini, di cui è Direttore il Dottor Piero Floridi.
Gli stessi sanitari negli ultimi due mesi, utilizzando la medesima tecnica, avevano trattato con risultati altrettanto positivi altri tre pazienti, di cui uno di 45 anni e gli altri due di 67 e 71 anni, ai quali erano state diagnosticate lesioni metastatiche epatiche. Il trattamento eseguito ha permesso di verificare la completa scomparsa ecografica delle lesioni, documentata ad un mese di distanza dall’intervento.
“La metodica a microonde, ci dice il dr. Fischer, è migliorativa rispetto a quelle già in uso della crioablazione, che impiega il freddo per trattare e rimuovere la superficie tumorale; e della radiofrequenza, che impiega invece la tecnica del calore”. La tecnica del microonde è in effetti un’evoluzione di quella a radiofrequenza: impiega anch’essa il calore, ma si fa preferire per la riduzione dei tempi necessari all’intervento e degli effetti collaterali. Infatti, con le microonde, occorrono appena una decina di minuti per portare a termine l’asportazione del tumore in quanto la diffusione del calore è più intensa e, perciò, serve minor tempo per “scaldare” e trattare la superficie interessata. Inoltre, come puntualizza il dr. Malaspina, “in presenza di vasi sanguigni nella zona in cui si interviene, il calore creato con la tecnica a microonde si mantiene, mentre il calore generato con le radiofrequenze tende ad essere assorbito dai vasi sanguigni”.
Il dr. Floridi conferma che l’ablazione con microonde (MW) è “una nuova e promettente metodica, capace di ottenere aree di necrosi più ampie e in tempi più rapidi rispetto all’ablazione con radiofrequenza, determinando una temperatura costante nell’intero volume di necrosi previsto e finendo per garantire la necrosi coagulativa di tutto il tessuto neoplastico”.
L’ablazione con MW viene effettuata in sedazione e in anestesia locale, utilizzando un ago-antenna coassiale bipolare, collegato ad un apparato generatore di microonde, che viene inserito sotto guida ecografica o TC direttamente nella porzione più profonda del tumore.
La procedura attuata dai sanitari del nosocomio perugino trova applicazione nei pazienti con tumori epatici, primitivi e secondari, renali, polmonari, surrenali ed ossei, le cui condizioni cliniche o lo stadio di malattia sconsigliano o controindicano l’intervento chirurgico ed i rischi dell’anestesia totale.
L’obiettivo terapeutico messo in atto presso l’ospedale perugino, oltre ad avere una validità curativa, assume un rilievo importante anche come terapia di supporto palliativo. Infatti, l’utilizzo delle microonde fa registrare una riduzione della sintomatologia dolorosa e del sanguinamento riscontrati con altre tecniche.
Daniele Orlandi Agenzia Stampa Italia