(ASI) Perugia – La città di Perugia ora ha un nuovo cittadino, il suo nome è Sergio Ramelli. Nel bel capoluogo umbro nella giornata di venerdì 4 maggio, la rotatoria di Monteluce – situata tra la via del Giochetto e via del Favarone – è stata intitolata alla memoria di questo giovane ragazzo.
Ma chi è Sergio Ramelli? Egli era un giovane militante del Fronte della Gioventù e del Movimento Sociale Italiano nella Milano degli anni ’70. Sergio vive i terribili “anni di piombo” e prova sulla propria pelle l’ostracismo che la società politica e civile italiana d’allora serba per chi milita a destra.
Ramelli all’epoca della sua storia aveva solo 18 anni e divideva il tempo tra la scuola, gli allenamenti di calcio e la grande passione per la politica. L’Istituto Tecnico Ettore Molinari era la sua scuola e lì a comandare era l’estrema sinistra. Tra i banchi di scuola per Sergio non è una vita semplice, per il suo credo politico diviene oggetto di insulti e aggressioni che vengono consumati nel nome dell’”antifascismo”. La sua storia, però, non è quella di un martoriato, di un “poveraccio preso di mira”, ma di un combattente che con coraggio affronta le angherie che i militanti comunisti gli infliggono. Una storia di coraggio tutta tesa a compiere il proprio dovere da militante, nonostante tutto e nonostante tutti. La marzialità di questo diciottenne è la caratteristica e l’esempio principale che oggi rimane di lui.
Come si sarà ben capito, di Sergio bisogna parlare al passato. Perché, purtroppo, egli è uno dei tanti nomi che compongono il martirologio della destra italiana.
La morte, vestita dei rossi colori di Avanguardia Operaia, tese un agguato a Sergio fuori casa sua il 13 marzo del 1975. Chiave inglese Hazet 36, questo era il nome della mortale falce che, a forza di innumerevoli colpi in testa, voleva tagliare il filo della sua vita. Ma Sergio era forte quanto i suoi ideali e non morì subito. Ben 47 giorni di agonia, passati in coma al Policlinico di Milano, dovrà sopportare prima di esalare l’ultimo respiro avvenuto il 29 aprile di quell’anno.
Questa tragica fine sarà l’inizio del mito di Sergio. Un mito che lo ha reso immortale, per sempre giovane come in quella sua storica foto in bianco e nero, con i capelli lunghi e lo sguardo che, trasmettendo al medesimo tempo dolcezza e fierezza, sembra narrare le grandi difficoltà della sua militanza missina. Il mito di Sergio Ramelli che diverse generazioni della destra politica, o meglio dell’ambiente “nazionalpopolare”, hanno fatto proprio. Dedicandogli non solo il “Presente” – a Milano di fronte la sua abitazione – ogni 29 aprile, ma anche canzoni, opere teatrali, documentari e fumetti.
Tutto quello che fin qui è stato scritto, è stato detto nei due eventi dedicati a Ramelli. Il primo con l’intitolazione della rotatoria avvenuta nella mattina, alla quale erano presenti diverse figure politiche, istituzionali e del mondo universitario. Come il promotore dell’iniziativa il Consigliere comunale Carlo Castori, l’Assessore e Presidente della commissione toponomastica Dramane Wagué, il Professore all’Università di Perugia Gianfranco Binazzi, il Presidente del Consiglio comunale Leonardo Varasano, il Deputato alla Camera per Fratelli d’Italia Emanuele Prisco. Presenti anche alcuni militanti di Forza Nuova Perugia, che sulla rotatoria dedicata al martire politico hanno affisso una corona d’alloro con su scritto “A SERGIO, FORZA NUOVA”.
Il secondo evento si è tenuto nel pomeriggio, sempre a Perugia, presso la sala Sant’Anna in viale Roma, dove è stato presentato il fumetto di Ferrogallico Editrice sulla storia di Sergio dal titolo “Sergio Ramelli, quando uccidere un fascista non era reato”. La presentazione è stata presieduta da Marco Carucci di Ferrogallico Editrice e dal Professore Gianfranco Binazzi, moderati dal giornalista Umberto Maiorca.
Proprio durante la presentazione del fumetto è stato asserito un aspetto importante. Spesso Ramelli viene descritto come un giovane con vaghe idee di destra, ma come ha tenuto a precisare Carucci «Sergio ero un soldato politico, tutta la sua storia afferma ciò. Sergio faceva volantinaggi, affiggeva manifesti, sfilava nelle manifestazioni del MSI. Insomma un militante a tutti gli effetti che credeva in quello che faceva e conoscendone i rischi».
Ora anche a Perugia la memoria di questo giovane militante ha trovato casa. Un gesto estremamente importante quello di dedicare una rotatoria a Sergio Ramelli che rende onore alla città di Perugia, sperando di restituire un po’ della giustizia che a questo piccolo grande combattente è stata negata in vita e che continua, purtroppo, alle volte ad essere negata ancora oggi.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia