(ASI) – Parte da Perugia, e più precisamente dal Perusia Hotel, il cammino di 'Futuro Umbria'. "Non più modernità ad ogni costo ma valorizzazione del patrimonio regionale. Non più i bisogni dei turisti al primo posto, ma i loro desideri”. Queste semplici considerazioni emerse nel riuscito incontro di Perugia, sono alla base del nuovo modello proposto da Futuro Umbria.
Per Roberto Laurenzi, presidente della nuova associazione di promozione economica e sociale, la sfida è chiara: “attualmente l’estrema debolezza dell’Umbria è data dal non riuscire a mettere a regime le nostre potenzialità e i nostri valori”. Secondo Laurenzi, l’attuale tendenza economica internazionale può rappresentare tanto un capestro quanto un opportunità per il rilancio della regione. “A titolo strettamente personale e disgiunto dall’associazione che rappresento, lasciate che vi dica che sono profondamente contrario alle macro regioni. L’Umbria può vantare un patrimonio culturale tale da non doversi ritenere seconda ne alla Toscana, ne a nessun altro” – ha puntualizzato Laurenzi che ha poi proseguito –“Attualmente però solo un pazzo investirebbe in Umbria. Il problema non sono solo le elevatissime tasse e l’estrema pesantezza della burocrazia italiana, ma anche la mancata presa di coscienza di ciò che significa una vera valorizzazione del contesto territoriale e culturale”. Come esempio pratico del modello di rilancio che Futuro Umbria intende proporre, Laurenzi ha citato il modello Cucinelli affermando che esso “risulta vincente poiché l’acquirente che acquista i prodotti dell’imprenditore di Solomeo, non acquista un semplice “made in Italy” ma letteralmente acquista un pezzo di territorio grazie allo stretto rapporto esistente tra quest’ultimo e la realtà imprenditoriale di Cucinelli“. Per Laurenzi il concetto di “made in Italy”, pur rimanendo uno “status simbol” a livello internazionale, non è necessariamente sinonimo di rilancio territoriale delle realtà imprenditoriali italiane poiché ha puntualizzato che “fin troppo spesso il “made in italy” cela diversi passaggi produttivi risalendo i quali spesso si scopre che solo una parte del prodotto è effettivamente 'italiano'. Quindi per Laurenzi si rende necessaria la collaborazione associativa tra le piccole realtà imprenditoriale umbre al fine di creare un tessuto socio – economico in grado di autopromuoversi come una sorta di “marchio di qualità” umbro. Legandosi a questa considerazione, il presidente di 'Futuro Umbria' ha poi spiegato sinteticamente un concetto fondamentale da anni ribadito dai principali economisti italiani: “la produzione italiana è una produzione che non può competere a livello internazionale sul piano quantitativo ma può rendersi competitiva solo puntando sulla qualità e sull’immagine”. “Il turista che viene qui non vuole soggiornare in un albergo ultra moderno. L’acquirente che viene in Umbria non cerca un prodotto all’avanguardia tecnologica. Quindi è da ritenersi devastante per la nostra regione improntare gran parte delle politiche economiche prioritariamente, od esclusivamente, sull’innovazione troppo spesso interpretata quale strumento fine e se stesso o destinato a non produrre effetti e ricadute per la più ampia parte del sistema, – ha puntualizzato Laurenzi che ha poi spiegato – “Il turista vuole soggiornare in un abbazia del ‘200. Anche se si tratta di una struttura ammodernata e adeguata ai migliori standard qualitativi odierni, il turista desidera “vivere” e “respirare” la nostra regione e il suo patrimonio. Allo stesso modo l’acquirente che acquista un prodotto umbro, cercherà quello la cui immagine e storia produttiva siano più legate al territorio. Vorrà insomma portarsi a casa un “pezzo” d’Umbria”. Per l’Avvocato Massimo Baroni, anch’egli esponente di Futuro Umbria, il modello di valorizzazione turistica che l’associazione intende promuovere può essere sintetizzato nell’affermazione “non più i bisogni, ma i desideri del turista al primo posto”. Baroni ha infatti rilanciato quanto affermato da Laurenzi spiegando che il turista sarà sempre in cerca “dell’esperienza e dell’oggetto 'particolari', che può trovare solo qui in Umbria e da nessun altra parte”. Laurenzi ha quindi spiegato che, in virtù delle considerazione espresse da lui stesso e dall’Avv. Baroni, Futuro Umbria sarà un’associazione ad ampio respiro che accoglierà quanti avranno voglia di mettersi in gioco all’insegna di obbiettivi condivisi e del comune interesse per una valorizzazione organica del patrimonio culturale e territoriale umbro.
Motivo per cui - conclude il presidente di 'Futuro Umbria' - Roberto Laurenzi, " E' da ritenersi devastante per la nostra regione improntare gran parte delle politiche economiche prioritariamente, od esclusivamente, sull’innovazione, troppo spesso interpretata quale strumento fine e se stesso o destinato a non produrre effetti e ricadute per la più ampia parte del sistema".
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia