(ASI) Roma – si è conclusa ZERO , la retrospettiva dedicata alla vita ed alla carriera di Renato Zero inaugurata il 18 dicembre e prorogata per le tante richieste fino al 22 marzo. La mostra che a breve dovrebbe essere riproposta a Firenze e probabilmente anche a Napoli si è svolta nel complesso ottocentesco dell'ex mattatoio di Roma nel quartiere di Testaccio, nel cuore della capitale, la struttura che ancora presenta i caratteristici ambienti del suo passato è attualmente un museo d'arte contemporanea: il Macro.
La retrospettiva è stata curata da Simone Veneziano con la preziosa direzione artistica di Vincenzo Incenzo scrittore e paroliere già collaboratore di Renato Zero in molteplici canzoni che ha curato anche i testi che si potevano leggere all'interno del museo. La mostra si apre con la nascita di Renato Fiacchini avvenuta nel cuore di Roma, in Via di Ripetta, il 30 settembre del 1950 e spiega come Re-nato è l'uomo nato tre volte, la prima durante il parto, la seconda poche ore dopo quando ha dovuto subire una trasfusione totale di sangue a causa di una anemia emolitica e la terza quando nel 1991 al Festival di San Remo raccolse un successo straordinario con il brano "Spalle al muro" proprio nel momento in cui stava pensando di abbandonare la carriera artistica. I visitatori successivamente attraversano un corridoio dove da ambo i lati tramite contributi video e fotografie si offre uno spaccato dell'Italia degli anni 50 e 60, quell'Italia in cui si è formato il giovane Renato Fiacchini. Al termine del corridoio una grande bussola indica quali sono stati i quattro punti cardinali della carriera artistica di Zero, nella stanza successiva su una serie di schermi giganti si possono vedere ed ascoltare le prime interviste del giovane Renato ormai diventato Zero. Successivamente inizia un viaggio nella carriera dell'artista dal primo inedito vinile del 1973 all'ultimo lavoro "Amo", attraverso fotografie, cimeli ,costumi e contributi audio-video. Nella stanza successiva i visitatori possono sedersi ed emozionarsi seguendo sullo schermo in formato cinematografico parti di concerti e video clip, successivamente si attraversa un lungo corridoio oscuro che porta in un area particolarmente suggestiva, la stanza in cui i titoli dei brani che hanno fatto da colonna sonora della vita di tanti "sorcini" vengono assegnati alle stelle delle varie costellazioni creando "l'universo di Zero". All'interno di questa galassia c'è la "stanza del mistero" dove si può ascoltare la voce dell'artista in un ambiente emozionante fatto di giochi di specchi e lampade che ricreano una sorta di firmamento che lasca tutti a bocca aperta. Il viaggio termina davanti ad una lavagna gigante dove tutti i visitatori possono lasciare scritto un proprio pensiero dedicato all'artista. Più che una mostra o una retrospettiva ZERO è un autentico viaggio nelle emozioni e nella carriera di un grande artista che da più di quarant'anni è un punto di riferimento nell'arte e nella cultura italiana. Visitando ZERO gli Zerofolli o Sorcini , come meglio preferiamo chiamarli, si sono emozionati approfondendo la propria conoscenza dell'uomo Renato e del significato di tanti gesti, espressioni e strofe oramai entrate nel loro quotidiano e chi invece non appartiene alla famiglia degli Zerofolli ha potuto scoprire Zero, il principe dell'eccentricità, il poeta ,l'artista ,il musicista ,colui che ha raccontato la quotidianità, l'Italia in tute le sue sfaccettature , uno degli artisti più geniali del nostro tempo che non smette mai di stupire.
Fabio Gasparri – Agenzia Stampa Italia