"Un altro calcio è possibile”, al via il quadrangolare di calcio per lo sport etico

(ASI) "Un altro calcio è possibile”, il torneo quadrangolare di calcio a 11 tra le Forze Armate e una rappresentativa di seminaristi e sacerdoti dei collegi e delle università pontifici.

Sul campo del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito Italiano di Roma (Via degli Arditi, 1) l’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza, l’Aeronautica Militare e la Top C.U.P. si affronteranno amichevolmente in una sfida calcistica volta a promuovere lo sport come scuola di vita, incoraggiando tutti al rispetto per le regole, per i compagni di squadra, per gli avversari, per il proprio corpo, con l’obiettivo di riportare l’attenzione sui valori etico-sportivi insiti nel calcio, sport spesso macchiato da scandali, episodi di violenza e disprezzo delle regole.

Mister delle squadre, celebri allenatori impegnati da sempre nella crescita tecnica e umana dei giocatori: Delio Rossi per l’Esercito Italiano, Emiliano Mondonico per la Guardia di Finanza, Fabio Liverani per l’Aeronautica Militare, Felice Pulici per la Top C.U.P.

 

Programma

La conferenza stampa di presentazione, nel corso della quale interverranno i rappresentanti e gli allenatori delle squadre, avrà inizio alle 11. Dopo un light lunch, alle 14 avrà inizio il torneo, che prevede quattro partite con incontri di due tempi di gioco da 20 minuti ciascuno.

In caso di parità, al termine dei minuti regolamentari si procederà ai calci di rigore.

Prime a sfidarsi, Esercito Italiano e Top C.U.P; alle 14.45 l’Aeronautica Militare si confronterà con la Guardia di Finanza. Alle 16 si disputerà la finale per il 3° e 4° posto e infine, alle 16.45, si giocherà la partita finale. Alle 18 si terrà la cerimonia di premi(ASI) Roma -È previsto alle 14 di sabato 15 novembre il fischio di inizio della V edizione di “Un azione.

L’evento, patrocinato dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e dall’associazione Effemeridi, si realizza con il contributo di Unipol Sai, Finanza Italia e ANCoS.

Sponsor tecnico è Zeus.

Gli allenatori

 Delio Rossi (Esercito Italiano)

Romagnolo, 54 anni, si è fatto conoscere al grande pubblico portando in Serie A la Salernitana nella stagione 1997-‘98. Ha guidato la Lazio dal 2005 al 2009 fino alla vittoria della Coppa Italia contro la Sampdoria. Bravo a lavorare con i giovani, continua ad ottenere buoni risultati sulle panchine di Palermo e Fiorentina. Ultima esperienza nel 2013 alla guida della Sampdoria, salvata dalla retrocessione.

“Il calcio nasce come un gioco, ma più si eleva di livello, più è inquinato dal discorso economico; diventa uno spettacolo e, come tutti gli spettacoli, ha delle storture. Noi scendiamo in campo per ricordare che il calcio è una passione, soprattutto per i giovani che si avvicinano. In Italia, per esempio, non serve la fedina penale pulita per essere dirigente di una squadra di calcio, e questo secondo me non ha senso. Se non rivediamo il nostro modo di fare calcio, un cambiamento è difficile, ma noi crediamo che sia possibile. Non è tutto oro quello che luccica, lo sport è sacrificio, voglia di migliorarsi ogni giorno e, come nella vita, devono andare avanti i più bravi”.

 

Emiliano Mondonico (Guardia di Finanza)

Tecnico di grande esperienza, nato a Rivolta d’Adda nel 1947, ha esordito in panchina alla guida della Cremonese portandola in Serie A nel 1984. Dal 1990 al 1994, alla guida del Torino, ha conquistato i migliori risultati della carriera, con un terzo posto in campionato e la vittoria in Coppa Italia nel 1993. Dopo aver sconfitto un tumore, nel 2012 è tornato ad allenare in Serie A con il Novara.

“Scendiamo in campo anche quest’anno perché dobbiamo insistere. A volte andiamo contro dei muri di gomma ma non dobbiamo fermarci affinché un cambiamento nel mondo dello sport diventi realtà. Quando si corre dietro a un pallone occorrono la giusta aggressività, voglia di far bene e portare a casa il risultato, perché non è vero che si deve giocare tanto per partecipare. In campo bisogna dare il meglio di sé, poi alla fine basta che nessuno abbia di che rimproverarsi”.

Fabio Liverani (Aeronautica Militare)

Romano, classe 1976. È stato il primo giocatore di colore a indossare la maglia azzurra. Dopo il debutto in A nel Perugia di Cosmi, viene ceduto alla Lazio dove ha vestito la maglia biancoceleste per cinque stagioni vincendo la Coppa Italia nel 2004. Poi le esperienze con Palermo e Fiorentina, allenato da Delio Rossi, e Lugano. Nel 2011 intraprende la carriera da allenatore nel settore giovanile del Genoa.

“Questa manifestazione è bella e pura. È un momento di incontro di sport, rappresenta la possibilità di divertirsi con il classico sogno che ciascun bambino nutre. Le problematiche e isterismi del calcio qui sono assenti, questo è un momento di gioco, passione e divertimento. Le soluzioni ai problemi esistono: se l’Inghilterra, dopo aver toccato il fondo, è ripartita da zero e ce l’ha fatta, anche noi ce la possiamo fare”.

Felice Pulici (Top C.U.P.)

Storico portiere della Lazio dal 1972 al 1977, contribuì alla vittoria dello scudetto sotto la guida di Tommaso Maestrelli nel 1974. In totale ha difeso la porta biancoceleste per 202 partite, diventando una bandiera del club. Nella Lazio è stato anche allenatore nel settore giovanile e ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali.

“Non si tratta solo di 22 persone che scendono in campo, ma di un contesto che si muove, vuole assistere a un confronto e a un momento di gioia, non di violenza come spesso si vede ultimamente. È fondamentale nel calcio, ma nello sport in genere, creare dei presupposti di fraternità e condivisione. Anche il fatto di poter stare insieme pur essendo sotto bandiere diverse fa capire come lo sport sia una competizione giusta, sana e corretta ma deve rimanere nei suoi limiti. Si vince o si perde, comunque gioiosi per aver partecipato”.


Redazione Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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