(ASI) Quando le difficoltà diventano terreno fertile per la vita interiore. Alcune terre, ferite dal fuoco o segnate da un’eruzione, sembrano inizialmente morte: cenere, rocce vulcaniche, alberi bruciati, silenzio attorno. Eppure, col passare del tempo, si trasformano.
Da queste che appaiono aride nascono nuove piante, nuovi germogli. Studi italiani mostrano come dopo grandi incendi, la vegetazione si avvia a un processo di recupero, sebbene influenzato dall’intensità del fuoco e dalle condizioni ambientali.
Allo stesso modo, i suoli vulcanici, di primo impatto ostili, sono famosi per diventare molto fertili: la cenere rilascia nutrienti, il terreno si rinnova.
La vita, in fondo, non è così diversa. A volte ci troviamo in momenti che somigliano a una terra dopo l’incendio: perdita, cambiamento, silenzio.
Ma come per la natura, la rinascita non è immediata: richiede pazienza, e la forza di resistere quando tutto ci sembra fermo.
Ci vuole tempo perché un seme germogli. Ci vuole tempo perché il terreno si rigeneri. Ci vuole tempo per tornare a fiorire.
E nel frattempo, può anche fare male: la terra resta scura, il paesaggio spoglio, l’attesa lunga.
Però sotto quella superficie che appare immobile qualcosa accade: il terreno si arricchisce, i nutrienti si riorganizzano, nuove radici cercano spazio.
E così accade in noi. Anche quando non lo vediamo, anche quando crediamo di essere fermi, stiamo preparando il terreno.
Le difficoltà non sono solo ostacoli: sono lezioni, sono semi.
Se permettiamo a noi stessi di attraversarle, se accettiamo di restare nella cenere finché serve, possiamo scoprire che quel trauma, quella pausa, quella frattura… stanno preparando la nostra rinascita.
La bellezza non è solo nella perfezione, ma nella resilienza: nella pianta che rispunta, nella persona che si rialza, nel cuore che torna a battere con più verità.
Da ciò che sembrava distrutto, può emergere il nuovo — più forte, più sincero, più nostro.
Perché anche nella terra più scura, c’è sempre un germoglio che aspetta il suo momento.
Elisa Fossati
*Fonte foto Elisa Fossati.



