(ASI) PERUGIA – Sabato 31 maggio, presso la sede della Società del Gotto, si è tenuta la presentazione del libro L'anima libera e fiera di Perugia, scritto da Mario Valentini, ex sindaco della città. L’evento, parte della rassegna "Conversazioni in città", ha riunito appassionati di storia locale e membri della Società del Gotto, confermando il forte interesse verso le radici e l’identità della città umbra.
A introdurre l’incontro è stato Sergio Minciarelli, presidente della Società del Gotto, mentre la presentazione del volume è stata curata da Giovanni Brozzetti, presidente della Famiglia Perugina e socio della Società del Gotto. Leonardo Varasano, consigliere comunale di Perugia, ha offerto un intervento particolarmente approfondito, analizzando con precisione i temi storici trattati nel volume e sottolineando il valore del contributo di Valentini alla memoria cittadina. A moderare l’evento è stato Daniele Lupattelli, presidente di Volumina Editrice.
Mario Valentini racconta "L'anima libera e fiera di Perugia"
Siamo a Perugia, alla presentazione di un importante libro scritto dal già sindaco Mario Valentini, che tanto lustro ha dato alla città. Quando nasce l'idea di fare questo libro e perché nasce?
Qualche buon anno fa, in età matura diciamo, nasce l'idea e anche il progetto si concretizza dopo diversi anni e si concretizza perché volevo raccontare ai più giovani una storia della nostra città descrivendone i caratteri e anche quelli dei cittadini in particolare, una città che io definisco libera e fiera come i suoi abitanti.
Lei ripercorre dagli Etruschi al 1860. Sono tante le cose che hanno fatto essere Perugia la capitale del centro Italia. Quali sono i periodi in cui la città è stata più grande?
Perugia è stata grande in particolare in tre periodi. In epoca etrusca, perché era una delle città-stato più autorevoli dell'Etruria. Poi c’è stata la meravigliosa stagione della Perugia del Libero Comune, quando il popolo governava la città e Perugia era una capitale di riferimento per tutta Italia. L'ultima stagione di grande prestigio è stata il Risorgimento, che ha segnato il riscatto dal dominio papalino, durato più di tre secoli.
Perugia ha avuto un ruolo anche nell’Illuminismo?
Sì, proprio per questo motivo. Mentre altrove la lotta per l’unificazione era spinta da Casa Savoia, i perugini – come i bolognesi – hanno voluto insistere sulla necessità di separare le competenze della Chiesa da quelle dello Stato civile.
Oggi Perugia ha ancora le potenzialità per tornare a essere protagonista e capitale del centro Italia?
Perugia potrebbe avere le capacità e le potenzialità, ma bisogna superare certi ostacoli storici, come il campanilismo e il provincialismo. Se Perugia saprà valorizzare il patrimonio culturale che condivide con le altre città umbre, potrà tornare a svolgere un ruolo importante a livello nazionale.
Il suo grande amore per Perugia è testimoniato anche dalla conferenza sui Benedettini. Quale sarà il tema dell’incontro?
A giugno, alla Villa del Colle del Cardinale, parleremo dei Benedettini e del Libero Comune e del loro contributo allo sviluppo civile di Perugia. Toccheremo temi legati alla Fontana Maggiore e al riscatto dei lavoratori della terra, che da servi della gleba riuscirono a diventare cittadini liberi.



