Ecco come Miani e Keller reperirono i veicoli per l'Impresa di Fiume

(ASI) Chieti - In questo speciale ci occuperemo di come i legionari dannunziani si sono procurati i mezzi motorizzati per raggiungere Fiume da Ronchi , sulla base dei documenti storici fornitimi da Giorgio Frassetto, nipote di Riccardo Frassetto, primo degli ufficiali giurati di Ronchi.


L'allora giovanissimo tenente Riccardo Frassetto convinse Gabriele d'Annunzio ad intraprendere l'impresa di Fiume, andando prima a parlarci di persona l'8 settembre 1919 alla Casetta Rossa di Venezia e poi intraprendendo nel primo pomeriggio dell'11 settembre 1919) il viaggio con lui da San Giuliano di Mestre verso Ronchi di Monfalcone (dal 1925 dei Legionari per ricordare l'Impresa di Fiume) direzione Villa Blasig, all'epoca sede del Comune di Ronchi, dove poter pianificare l'Impresa di Fiume con i 7 Ufficiali Giurati.
Dopo che nell'autoparco di Palmanova vengono presi da Ercole Miani e Guido Keller i veicoli necessari, da Villa Blasig il Vate, nella notte tra l'11 e il 12 settembre 1919, parte alla volta di Fiume.
La colonna, con esattamente 181 uomini, come ricorda Giorgio Frassetto era formata da una Fiat Tipo 4 rossa su cui sedevano il Comandante d'Annunzio con alcuni ufficiali (custodita attualmente nel Museo l'Automobile è Femmina, allestito nel garage storico del Vittoriale degli Italiani, è stata la macchina ufficiale del Vate durante i mesi di governo a Fiume, ma secondo alcuni esperti di automobili d'epoca, non proprio quella con cui è entrato nel capoluogo del Carnaro, che sarebbe invece una Fiat 3 A), seguita da 30 autocarri con 200 granatieri, alcune autoblindo di bersaglieri che si uniscono a Castelnuovo, mentre In prossimità del confine, si aggiungono alla colonna diversi arditi della 1^ Divisione d'assalto (in particolare l'VIII Reparto e la 2^ Compagnia del XXII Battaglione), e diversi ufficiali tra cui il Tenente Colonnello Repetto, Comandante del 3^ Gruppo, ed il Maggiore Nunziante.
Ma come hanno fatto gli ammutinati di Ronchi a procurarsi i primi mezzi militari necessari per raggiungere Fiume?
Nel libro i "Disertori di Ronchi" del 1926 ( opera di Riccardo Frassetto, approvato dal giudizio positivo del Comandante d'Annunzio: "Grazie per il tuo bel libro. Caro Riccardo, ora sei autore fra gli autori" che riporta i fatti e gli antefatti dell'Impresa di Fiume, ed è considerata dagli storici una attendibile testimonianza degli eventi fiumani), si narra che nella notte tra l'11 e il 12 settembre 1919 c'è stato uno scontro tra il Capitano Ercole Miani e Il comandante
Salomone dell'Autoparco di Palmanova:
".... alla ricerca di quel vermiciattolo ignobile, decisi a fargli pagare lo scherzo.
Li conduce il capitano Ercole Miani, triestino, di fegato sanissimo.
Il Salomone è a letto e cova nel tepore delle lenzuola il suo eroismo da leggenda.
Per impedirgli di mordere ancora, la comitiva procede alla distruzione di tutte le linee telefoniche e telegrafiche a portata di mano.
Poi raggiunta la porta della camera, il capitano Miani gli intima di aprire.
La scena, fra l'automobilista in camicia e il capitano degli arditi Ercole Miani è tra il tragico e il comico.
"Sei tu, chiede Miani, che avevi preso impegno di mandare questa notte quaranta camion a Ronchi?"
L'altro cerca di sottrarsi alla domanda categorica, ciriolando:
"Si...ma un ordine antecedente al vostro... mi ha costretto ad inviare tutti gli autocarri disponibili..."
"Meno chiacchiere, galantuomo, sentenzia Miani... gli impegni sono impegni e vanno mantenuti, quando si è uomini d'onore!"
"Ma..."
"Basta! Hai 3 minuti di tempo per infilarti i pantaloni, le scarpe e la giubba. Muoviti!"
"Ma..."
"Perdio! Parlo forse arabo? Se non capisci la lingua italiana, intenderai allora quest'altro linguaggio!"
Così dicendo, il Miani estrae dalla tasca la rivoltella e la punta sotto il
naso del Salomone, il quale capisce benissimo che c'è poco da scherzare.
Tre minuti dopo (altro che Fregoli!), il capitano automobilista è tradotto all'automobile che parte a tutta velocità alla volta di Palmanova.
All'ufficiale di servizio dell'autoreparto, il Salomone si compiace finalmente di impartire ordini, perché tutti gli autocarri disponibili si riforniscano immediatamente e partano alla spicciolata per Ronchi, a disposizione del 1° battaglione del 2° reggimento granatieri.
Povero Salomone. I nomi hanno un fato; il tuo è di quelli: Salomone!"

Ecco e con questo stratagemma i Legionari diretti a Fiume da Ronchi di Monfalcone, si procurarono i mezzi motorizzati per l'impresa fiumana.

Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia

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