(ASI) La riflessione di Stefano Bettera, vicepresidente Unione Buddhista Europea, ha centrato la questione delle grandi religioni che devono dire qualcosa di significativo per l’integrazione sociale ridefinendo un nuovo paradigma che riporti al centro il concetto di cura (responsabilità, partecipazione e dialogo vero).
"La cura è la capacità di incontrare veramente l’altro senza pregiudizi, ha affermato, e il concetto di dialogo va recuperato, in modo che sia civile, democratico e vero. Dobbiamo recuperare inoltre un senso di amicizia. Spesso lo dimentichiamo ma è una piattaforma importante e non è semplicemente lo stare bene insieme ma è la capacità di attivare contatti e trasformazioni". Ha insistito sul presupposto fondamentale: la pratica costante di inserire il sacro nel quotidiano. "La sfida vera è entrare in relazione con la sofferenza quando si presenta, entrando nelle sue crepe", ha chiosato.
“La generosità e la cura verso chi è in difficoltà sono valori universali che le religioni promuovono da millenni”, ha dichiarato Bettera, cogliendo l'occasione per augurare il "pieno successo per la missione di pace nella guerra in Ucraina". Ha ripetuto che forte è l'anelito alla concordia della Comunità Buddista, per cui uccidere una persona equivale a uccidere l'anima di tutto il mondo. "La prevenzione del radicalismo è una nostra preoccupazione”.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia