(ASI) Passati quattro anni dal terremoto, Norcia è quasi pronta a ripartire. Nonostante i ritardie le complicazioni,sono stati individuati i progettisti per il restauro della chiesa di San Benedetto.
Si è nel frattempo festeggiata la rimozione delle macerie. Il titolo di “vetusta”(antica), che campeggia sulla porta romana d’ingresso della città gli fu attribuito da Gregorio Magno (ovvero il Grande – Roma, 540 – 604, vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica).
La cittadina umbra è al centro di un’area ricca di testimonianze archeologiche. Fu infatti un importante centro strategico sabino che trasse il nome da “Northia”, diventò propiziatrice di fortuna, venerata dagli Etruschi. Conquistata dai Romani, diventando prefettura prima e comune romano poi, la sua fama è legata ai prodotti della campagna, alla rigidità del clima e a quella dei suoi figli più illustri come il generale Sertorio la madre dell’imperatore Vespasiano, Vespasia Polla.
Nella metà del III secolo, S. Feliciano, vescovo di Foligno, iniziò l’evangelizzazione del territorio, suscitando un grandissimo fervore tra gli abitanti, tanto che, già nel IV secolo, la città fu sede di diocesi. Nel 480 nacquero a Norcia i Santi gemelli Benedetto e Scolastica che rinsaldano l’unità spirituale dell’ Europa con la cultura (il libro) e con il lavoro (la coltivazione dei campi) : famoso è il detto benedettino dell’ ora et labora. La chiesa di San Benedetto sorge a destra del Palazzo comunale. La chiesa, eretta forse in età alto-medievale (secondo la tradizione, sulla casa dei genitori del santo), fu rifatta nel 1389 e più volte ristrutturata. La facciata, prima del sisma del 2016, apparteneva all’edificio trecentesco, è fu ricostruita superiormente dopo il 1859, aveva un bel portale gotico con rilievi nell’arco esterno (nella lunetta, si conservava una Madonna tra due angeli) le imposte lignee del 1578; fiancheggiavano due eleganti edicole con le statue di S. Benedetto e della gemella S. Scolastica.
Sul fianco destro della chiesa di allungava il cinquecentesco “portico delle Misure”, sotto il quale erano visibili il portale gotico laterale e, su un banco di pietra, nove misure locali antiche per cereali. L’interno, a croce latina, a una navata con abside semicircolare, fu completamente ristrutturato nel secolo XVIII e ancora dopo successivi terremoti.Ad oggi non è presente. A sinistra dell’ingresso, dove si trovava la cantoria, erano collocati Madonna con Bambino, Santa Barbara e San Michele arcangelo, affresco del 1500. Venivano conservati altri tesori e ricchezze di rilevanza storico artistica, come il monumento funebre a Paolo Emilio Frusconi, del XVII secolo, e l’altare di San Benedetto e Totila di Filippo Napoletano (1621). Ricordiamo anche la Risurrezione di Lazzaro di Michelangelo Carducci (1560). La chiesa di San Benedetto, patrono d’Europa e fondatore del monachesimo d’Occidente tornerà a risplendere grazie ai prossimi lavori di restauro che sono ormai in fieri.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia
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