La tradizione del Bruscello trae le sue origini dal “calendimaggio” quando piccoli gruppi itineranti di attori e cantanti popolari portavano in giro per campagne e città storie e racconti nelle pause stagionali dei lavori agricoli, ma l’attuale forma del Bruscello Poliziano, che si era praticamente esaurito a fine ottocento, risale al 1925 quando un piccolo gruppo di contadini Montepulcianesi della comunità parrocchiale di S. Biagio decise di rinverdire la tradizione presentando la storia di S. Eustachio.
Da allora, quasi ininterrottamente, la tradizione é ripresa nella forma di ottave a stornello e la partecipazione è diventata corale coinvolgendo in varia misura tutta la cittadinanza che per il periodo di un anno lavora a preparare l’edizione annuale che viene rappresentata verso la metà del mese di Agosto.
Parliamo di un centinaio di attori e di comparse che provengono da ogni ceto sociale del paese e di un’orchestra di una trentina di elementi, attorno a cui si muovono costumisti, atrezzisti, tecnici del suono, regia, maestri del coro, registi e tutta una comunità di artigiani, che provvedono a tutte le necessità logistiche ed organizzative di uno spettacolo che ha assunto le dimensioni di una grande opera lirica.
Naturalmente in tutti questi anni, e specialmente negli ultimi sette, otto, c’è stata un’evoluzione generale che si è esplicitata specialmente nel campo della composizione musicale dove si è man mano passati dallo schema fisso dalle “ottave a Stornello” a vere e proprie melodie solistiche, duettistiche e corali che hanno elevato il contesto generale da opera popolare a volte ingenua e culturalmente circoscritta a vera e propria creazione artistica di dimensioni culturali più elevate.
Tutto ciò, seppure ha allontanato in parte dalla tradizione formale del vecchio Bruscello, ha seguito con coerenza un’evoluzione culturale della popolazione che non è più quella di fine ottocento, ma si è sviluppata ed ha raggiunto livelli superiori.
Quest’anno, la compagnia del Bruscello Poliziano, raccogliendo le raccomandazioni dell’amministrazione comunale, ha voluto fare omaggio alle celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia ed ha presentato la storia di “Zelindo il garibaldino” che si rifà alle vicende di due cittadini di Montepulciano, Giuseppe Migliacci e Zelindo Ascani che parteciparono, in qualità di volontari garibaldini, alla spedizione dei mille.
Su questa traccia è stata costruita una storia di amori, di battaglie, di complotti con il trionfo finale della causa risorgimentale.
Una storia semplice, a volte ingenua, ma che rispecchia la tradizione popolare di un teatro spontaneo e che si arricchisce di tutte le sfumature della quotidianità contadina pur nel contesto di una vicenda che da questa realtà trascende.
Ottime le musiche e la direzione d’Orchestra diretta da Francesco Traversi, belle le voci ( quasi tutte ) e splendidi i cori e buona anche la recitazione che poco ha da invidiare a quella delle compagnie professionali.
Alessandro Mezzano