(ASI) Palermo. Dall’amata Jeanne alla prima mostra realizzata a Parigi che fece scalpore. L’excursus esperienziale dedicato ad Amedeo Modigliani va in scena nel cuore pulsante di Palermo. A palazzo Bonocore, attiguo a Piazza Pretoria, e a pochi passi dai cosiddetti quattro canti, punto in cui si intersecano quattro vie – una di questa porta alla Cattedrale della città – è stata inaugurata sabato alle 19, per la prima volta, un’esposizione dedicata al pittore livornese scomparso in seguito ad una tubercolosi nel 1920. Fino al 31 marzo del 2019, la capitale culturale italiana beneficerà dello splendore suggellato dalle tele, più di trenta, e di un contenuto multimediale davvero inedito: tra le copie originali infatti, è stato incluso un percorso virtuale capace di portare, attraverso occhiali 3D, dentro la realtà di alcuni quadri, quali la Venere di Botticelli e la Creazione di Michelangelo.
Modigliani inizia la propria carriera artistica da Parigi, città nella quale verrà seppellito nel cosiddetto cimitero dei famosi, segno di una riconoscenza di questo status già da allora. In vita non avrà molta fortuna in termini di proventi economici con i quadri, piuttosto con i suoi disegni, molti di questi esposti nella prima esposizione che avrà luogo a Parigi. Tuttavia questa verrà chiusa subito dopo per la troppa volgarità e malcostume, visto che la maggior parte delle sue creazioni raffiguravano donne nude in varie pose. Molte di queste tele sono state esposte a palazzo Bonocore, fra cui anche l’ultimo battuto all’asta per 170 milioni di euro, acquistato da un cinese.
Nonostante le molteplici influenze, quali cubismo, surrealismo e futurismo – in quest’ultimo caso Marinetti cercò fino all’ultimo di coinvolgerlo per la campagna del suo manifesto – non entrerà mai a far parte di una corrente precisa.
Delle donne ritratte da Amedeo Modigliani si riscontra da subito una certa fragilità e una tendenza a rimanere sospese tra l’essere e il dolce apparire. Il pittore cerca di leggere l’anima di ognuna, con molte ci riesce, gli occhi in tal senso rappresentano lo specchio di una lettura precisa, con altre invece fa più fatica tanto che spesso in queste non ritrae le pupille. Inoltre il collo affusolato di ciascuna e che ormai è entrato a far parte della memoria collettiva quando si pensa al livornese, è motivato dal fatto che ogni donna si avvicina all’idea di bellezza, trascende dalla realtà e si raggiunge una dimensione più alta e sublime. Il confine tra sacro e profano in tal senso non è molto marcato in Modigliani.
Al di là di tutto, nonostante l’infedeltà, il pittore amava solo e soltanto la moglie Jeanne, musa ispiratrice delle sue opere. Lei che non riuscì a reggere la morte del marito e che il giorno dopo la morte del marito si buttò dall’appartamento in cui vivevano a Parigi. Come i greci, si gettò camminando all’indietro per contare quel passato che non esisteva più.
Elisa Lo Piccolo – Agenzia Stampa Italia