(ASI) Venezia – Il mosaicista di Chieti Antonello Favata, ha conquistato la Biennale di Venezia ed è l'unico a rappresentare l'Abruzzo alla rassegna di arte contemporanea di fama mondiale.
Un'opera dell'artista teatino è infatti esposta dal 20 ottobre nel padiglione armeno a Palazzo Zenobio “Ca' Zenobio degli Armeni” e resterà lì fino al 10 novembre.
Antonello Favata crea bassorilievi e mosaici con materiali pregiati come ad esempio il marmo, il vetro di murano e il quarzo.
Prima della sua partecipazione alla Biennale di Venezia, importanti nella sua vita artistica il primo incontro con un artigiano a Venezia che lavorava il vetro di murano e la collaborazione con un Gallerista di Firenze, a cui è stato segnalato da un amico pittore.
Noi gli abbiamo posto alcune domande per conoscerlo meglio.
Chi è Antonello Favata? “Sono nato e vivo a Chieti. Già da bambino ero appassionato delle arti in genere: imparo a suonare la chitarra a 4 anni, mi cimentavo da ragazzino a scrivere brevi racconti e infine mi sono accostato al disegno e alla pittura ad olio, inizialmente tramite mio zio materno Rossano. Per un periodo poi crescendo, ho accantonato l'arte per conquistare l'indipendenza economica gettandomi nel mondo dell'imprenditoria. A questo punto torna in me il desiderio di esternare pensieri e congetture personali sul senso della vita. Per me l'arte è stata ed è una grande medicina che mi aiuta a reggere meglio il peso dell'esistenza. Così inizio a girare l'Italia, visito musei, chiese, città e tanto altro in cerca di ispirazione. La svolta è stata quando a Venezia, resto completamente estasiato da un artigiano che lavorava il vetro di murano e decido di voler imparare quell'arte per creare qualcosa con quel prezioso materiale”.
Ma come nasce la sua attività di mosaicista? “Dopo quell'incontro a Venezia con quell'artigiano che lavorava il vetro di murano, ho cominciato a studiare in gran segreto la tecnica del mosaicista col murano, e dopo pochi anni, mi sono allontanano dal mosaico classico per creare una tecnica tutta mia che si può paragonare a una sorta di originale bassorilievo, usando altri materiali oltre il vetro di murano, come ad esempio il gres, il marmo e il quarzo. Un giorno un amico pittore mi fa visita a casa e scorge nascosto da una tenda un mosaico raffigurante un “Cristo”, restandone affascinato mi chiede di vedere tutti i miei lavori e contatta a mia insaputa un gallerista di Firenze che mi farà un contratto, portandomi ad esporre in alcune delle più importanti città italiane (Roma, Firenze, Venezia, Milano, Torino e tante altre) con un buon riscontro di critica e di successo. In Abruzzo ho esposto nel 2016 al MuMi (Museo Michetti di Francavilla al Mare) con la mostra “Esistenza”. Tra gli invitati c'è anche l'attrice Sandra Milo come madrina della mostra. Poi espongo anche alla Pinacoteca “Barbella” di Chieti alla presenza dell'attore Gianmarco Tognazzi; infine nel 2017, sempre al “Barbella”, ho proposto venti opere (tra cui dodici sculture) aventi come soggetto dei violini antichi rivisitati”.
Come è nata l' “avventura” alla Biennale di Venezia? “Partecipare alla Biennale di Venezia è senz'altro il sogno di tutti gli artisti! Una “vetrina” internazionale! Una grande opportunità! Ho avuto la fortuna di essere stato notato da uno degli organizzatori della Biennale e in seguito contattato! Grande gioia e soddisfazione per me aver portato alla Bienanle la mia Chieti”.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia