(ASI) “Molti membri dell’opinione pubblica occidentale, sia liberali e di sinistra sia più conservatori, sembrano gradire l’idea di vestire i panni dei salvatori di un popolo straniero, prendendo posizione con forza riguardo a un Paese di cui sapevano poco, ma schierandosi con quella che sembrava una battaglia giusta contro il nuovo dittatore”.


Da quando, era il 2011, è scoppiata in Siria una sanguinosa guerra sono stati pubblicati molti libri di esperti, o presunti tali; quasi tutti questi saggi però hanno un comune denominatore: i ribelli islamisti, moderati e democratici, stanno combattendo contro un sanguinoso dittatore che sta uccidendo la popolazione civile. Esce da questo coro il libro “La sporca guerra contro la Siria – Washington, regime e resistenza” di Tim Anderson, Senior lecturer in Economia politica presso l’Università di Sidney disponibile in italiano per i tipi della Zambon editore.
Il volume non solo è ben scritto e documento ma soprattutto ha l’indubbio merito di mettere in discussione tutti i dogmi diffusi dai media in questi anni dicendo una verità banalissima ma mistificata in occidente: i ribelli, ovvero gli integralisti islamici, sono sostenuti da paesi come Usa, Israele ed Arabia saudita per rovesciare un presidente fortemente amato nel suo paese nel tentativo di imporre un nuovo capo dello Stato gradito a questi paesi o, in alternativa, balcanizzare il paese su base confessione per realizzare un nuovo medio oriente più affine ai desiderata di Washington.
Con una vasta opera di ricerca di fonti Anderson spiega molto bene cosa stia accadendo da anni nel paese di Bashar al Assad che in questo lasso di tempo è riuscito a resistere non solo grazie all’appoggio diretto della Russia, peraltro giunto solo a fine settembre 2015, ma anche e soprattutto per la fedeltà dell’esercito e della stessa popolazione civile che evidentemente è consapevole della differenza di trattamento riservato ai vinti da quello che i media occidentali chiamano “regime”.
Nonostante i media, basandosi troppo spesso sull’Osservatorio siriano per i diritti umani una fonte non solo di parte ma perfino con sede a Londra, abbiano più volte riferito di eccidi ai danni dei civili computi dai lealisti è in dubbio che gli stessi civili che fuggono dalla guerra si rifugiano nella zone controllate dall’esercito regolare smentendo così nei fatti le bufale tanto pubblicizzate dai giornali occidentali.
Grande importanza è data alle armi chimiche.
Più volte Assad è infatti stato accusato di averle usate con i media occidentali che davano risalto a questi eccidi, nel suo libro però Anderson ricorda come sempre le indagini di parti terze, anche dell’Onu, abbiano poi dimostrato che queste accuse erano infondate anche se poi quegli stessi media che avevano diffuso queste fake news si sono ben guardate dal rettificare, o quando lo hanno fatto dando il minimo risalto possibile alla vicenda.
Come giustamente ricorda l’autore tutte le guerre hanno fatto ampio uso di menzogne e di inganni ma questa in Siria ha fatto un salto di qualità, tanto che ancora oggi molti, anche tra coloro che quotidianamente si informano, credono che il conflitto siriano sia una guerra civile contro un feroce tiranno.
“Tutte le guerre sono un male, ma non possiamo smettere di combattere i terroristi che uccidono i civili per timore di essere accusati dall’occidente di usare la forza”. Così il presidente Assad ha commentato nel 2015 la guerra nel suo paese. Parole che stridono fortemente con l’immagine del feroce dittatore che l’occidente, gli Usa in primis, hanno voluto dare dell’uomo che guida il paese mediorientale con il miglior sistema sanitario, dove le donne hanno un altissimo livello di istruzione e pari diritti con gli uomini e le varie minoranze religiose ed etniche sono tutelate in tutti i modi.
In questa guerra l’occidente ha preferito schierarsi con i taglia gola islamisti che hanno devastato l’Iraq dopo l’aggressione statunitense del 2003 e che non perdono occasione per realizzare stragi di civili.
Se l’occidente ha scelto di appoggiare “i ribelli” lo ha fatto perché le menzogne dei media in questa guerra hanno giocato un ruolo ben più importante di quello delle forze in campo e soprattutto della verità.

Fabrizio Di Ernesto- Agenzia Stampa Italia

Tim Anderson è Senior lecturer in Economia politica presso l’Università di Sidney. È autore di ricerche e pubblicazioni sullo sviluppo, i diritti e l’autodeterminazione in America latina, Asia, Oceania, e Medio Oriente. Ha pubblicato decine di saggi e articoli nell’ambito di numerosi libri e riviste accademiche.

T. Anderson, “La sporca guerra contro la Siria”, Zambon editore, pagg.274, €16,80

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