Unione Europea: per il 25 marzo l’artista Corrado Veneziano “ripensa” il logo In esposizione, fino al 2 aprile prossimo, a Roma tre installazioni artistiche che reinterpretano in chiave estetica, critica e provocatoria l’emblema dell’UE
(ASI) Roma – Prende il via sabato 25 marzo, a Roma, nel cuore dello storico quartiere Coppedè (Via Reno, 18 A) la personale di Corrado Veneziano dal titolo “UE: un nuovo logo è possibile! UE: un nuovo luogo è necessario!”, in programma fino al 2 aprile prossimo (orario: 17.00 - 20.00, ingresso libero).
L’esposizione, che verrà inaugurata in occasione dei sessanta anni del Trattato di Roma, presenta - attraverso tre installazioni - la reinterpretazione in chiave estetica, critica e provocatoria del logo dell’Unione Europea, il cui anniversario della nascita ricorre proprio il 25 marzo. Se, infatti, da una parte questa data rappresenta un'occasione per festeggiare il fondamentale patto di relazione e convivenza tra gli Stati che hanno aderito all’Unione, dall’altra può e deve aprire una riflessione sulla parte ancora incompiuta e fortemente problematica di tale conquista.
È ciò che ha inteso fare l’artista attraverso un’analisi della simbologia alla quale il suo emblema è collegato. Com’è risaputo, le 12 stelle dell’UE, posizionate su fondo blu, evocano un colore e una figurazione attraente e penetrante: laddove lo sfondo vuole essere cielo-mare-dolcezza; e le stelle, posizionate circolarmente, brillano evocando una bussola, una costellazione, un sogno.
Corrado Veneziano, già autore del Logo 2015 del Prix internazionale televisivo della Rai, recensito entusiasticamente dall’antropologo Marc Augé, dal critico Achille Bonito Oliva e dal sociologo Derrick de Kerckhove, ha realizzato le tre opere artistiche servendosi di materiali diversi: scarpe di colore blu, celeste e verde acqua, salvagenti, copertoni, corone di fiori lacerati, nastri, funi e catene argentee.
Visitabili dal pubblico per un’intera settimana, le installazioni misurano tre metri per tre. E se - da lontano - sembrano replicare pedissequamente la consueta bandiera UE, da vicino al contrario svelano tutt'altro. Infatti solo con uno sguardo prossimo a ciascuna delle tre installazioni - in una messa a fuoco sempre più concreta - le bandiere si rivelano per quello di cui sono effettivamente composte: una distesa di scarpe blu sulle quali riposano, in collocazione circolare, dodici copertoni avvolti da ingombranti catene; un mare di impermeabili trasparenti e celesti sui quali si adagiano dodici salvagenti avvolti da strisce dorate; dodici corone di fiori violacei poste su altrettante coperte blu, come in un giaciglio mortuario. A richiamare una realtà in larga parte da perfezionare, un viaggio non ancora risolto, una fatica segnata, anche e forse soprattutto, da cicatrici e lacerazioni. Ma anche a dimostrare per l’ennesima volta che, come ha scritto in un’altra occasione Achille Bonito Oliva, “le opere di Corrado Veneziano massaggiano il muscolo atrofizzato della memoria collettiva”.
Secondo Corrado Veneziano: "Manca un immaginario, un respiro, una voce che faccia sentire coesa e densa l'attuale Unione Europea. E dunque ho voluto utilizzare l'arte per ripartire, provocatoriamente, dall'unica dimensione simbolica esistente oggi: la sua icona, il suo marchio, il suo logo”. “Mi sento tanto italiano quanto europeo, e non riesco a rassegnarmi all'idea che, a fronte di una unione economica e amministrativa, non ve ne sia una legata alla dimensione immateriale, simbolica, culturale”, ha detto l’artista. “Il valore della diversità si sta trasformando in una regressione localistica e burocratizzata invece che essere inteso quale elemento straordinario di valorizzazione delle molteplicità. Diversamente, penso che proprio dall'arte si debba e si possa ripartire per costruire una nuova Europa dei popoli", ha quindi concluso Veneziano.
L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 25 marzo 2017 alle ore 17.
Note biografiche:
Corrado Veneziano (Tursi, 1958) ha alternato le sue attività di ricerca e di docenza accademica con il suo permanente lavoro di artista. Regista teatrale per Festival e rassegne internazionali (spesso con la Biennale di Venezia) e regista televisivo per la Divisione ragazzi di Rai 3 e per Rainews 24, ha pubblicato molteplici volumi (sulla comunicazione e la espressività) con importanti case editrici italiane. Ha tenuto laboratori e seminari in università e accademie, in Europa, negli Stati Uniti, in Africa. Nel 2013 ha presentato per la prima volta i suoi lavori pittorici a Roma, raccogliendo l'attenzione lusinghiera del critico Achille Bonito Oliva e dell'antropologo Marc Augè.
Sulla sua produzione pittorica vale la pena sottolineare la mostra ospitata con il sostegno del Ministero degli Esteri e ospitata a Bruxelles nel primo semestre europeo di presidenza italiana (2014) e due eventi, del 2015. Il primo è legato alla personale ISBN 9788820302092 tenutasi a Parigi nell'Espace en Cours diretto da Julie Heintz; il secondo è invece relativo al quadro che la Rai gli ha commissionato per il 67° Prix Italia - Concorso internazionale della Tv, del web e della radio. La mostra parigina si è inscritta nelle manifestazioni francesi sul 750 anniversario della nascita di Dante Alighieri; l'opera per il Prix Italia (tenutosi a Torino tra il 19 e il 24 settembre) è diventata l'immagine-simbolo della rassegna 2015 del Prix, intitolata "Il potere delle Storie. Il laboratorio della Creatività". Anche il 2016 ha registrato varie iniziative pittoriche e artistiche, tra cui vale la pena di citare la personale alla antica Galleria Nevskij 8 di San Pietroburgo dal titolo "I codici dell'anima" in cui Veneziano ha presentato, per larga parte, i lavori dedicati ai codici ISBN. Recentemente (San Pietroburgo, gennaio-febbraio 2017) l’artista è stato impegnato in esposizione in quel medesimo spazio con la personale “Segni, loghi e corruzioni”, a cura di Raffaella Salato.
Alcune note critiche:
Achille Bonito Oliva ”L’anima dei non luoghi”
“(…) Eppure egli è un artista tipicamente europeo che partecipa anche alla postmodernità attraverso l'assunzione del metodo dell'assemblaggio, della conversione, del riciclaggio, della contaminazione; insomma di una serie di passaggi stilistici differenziati”. “(…) Inserirsi nel mercato dell'arte contemporanea è un fatto statistico, di circostanza, di contesto. Quello che è importante è riconoscere quando un lavoro è capace di viaggiare su diverse lunghezze d'onda: viaggiare tra l'alto e il basso del sogno dell'arte. Questo è in grado di fare Veneziano in quanto ha il coraggio di non assumere un'iconografia eclatante ma, anzi, segnala l'orgoglio di chi utilizza l'arte per sviluppare una scoperta. L'arte come svelamento e l'arte come sollecitazione e ampliamento della sensibilità: per chi la fa e per chi la riceve. In questo senso, quella di Corrado Veneziano, può definirsi - anche - un'arte sociale”.
Marc Augé, “L’anima dei non luoghi”
“(…) Devo ammettere di aver attraversato larga parte del mio lavoro intellettuale a spiegare cosa sia un non-luogo. E ora, un po’ inaspettatamente, vedo rappresentato questo concetto nell’arte figurativa: per l’esattezza nelle opere pittoriche di Corrado Veneziano. Ho sempre sperato (e aspettato) che un artista potesse appropriarsi di uno spazio che è considerato normalmente un non-luogo, e ho avuto la conferma immaginata: che cimentandosi con uno spazio non definito (non puntualmente localizzabile) il pittore stabilisca e rafforzi – comunque – una relazione con il medesimo spazio. E Veneziano rimarca proprio l’esistenza dell’arricchente opposizione tra luogo e non luogo; la trasposizione pittorica diventa protagonista del non-luogo laddove ne propone una inedita, intensa rappresentazione."
Derrick De Kerckhove Non luoghi > No loghi
“(…) È questa ricerca dello "sguardo di chi guarda" che mi intriga in Veneziano. L'educazione allo sguardo e dello sguardo è propria dell'arte visiva. Ma pochi artisti contemporanei lo fanno deliberatamente, pittori o fotografi, scultori o registi.
Veneziano chiede allo spettatore di creare il quadro con lui: per distinguere forme sfocate, e per perseguire una proposta visiva ulteriore. Oppure, come nel caso del quadro del codice QR, per legare e correlare una moltitudine di ombre fluide, appena riconoscibili tra singole tessere. Un quadro luminoso e ricco di speranza: come molte altre opere di questo artista”.