(ASI) Firemnze - Grazie al Comitato per il restauro e il decoro dei tabernacoli degli Amici del Musei Fiorentini e al contributo della Fondazione Friends of Florence nel quartiere di San Frediano è stato possibile restaurare i tabernacoli di piazza Piattellina e piazza del Carmine.
Entrambe le opere sono incentrate sulla figura della Madonna protagonista, sovente, di questa tipologia di manufatti. Il tabernacolo di piazza Piattellina, composto da un'edicola in pietra serena, conserva al suo interno un dipinto su tavola raffigurante la Madonna con Bambino e San Giovannino mentre quello di piazza del Carmine, interessato da un intervento di manutenzione conservativa, è una pittura murale ad affresco raffigurante la Madonna col Bambino, quattro Santi e donatori.
“La Madonna col Bambino e San Giovannino è un olio su tavola, di autore ignoto fiorentino, databile alla prima metà del XVI secolo. Nello stile emerge la tradizione di tali immagini devozionali iniziata da Botticelli e portata avanti da Filippino Lippi. Vari interventi di restauro, documentati alla metà dell'Ottocento e alla metà del Novecento, hanno però, modificato in misura considerevole lo stile originario del dipinto – descrive così il tabernacolo di piazza Piattellina Daniele Rapino Funzionario di zona per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato che continua - La pittura ad affresco del tabernacolo di piazza del Carmine, raffigurante la Madonna in trono col Bambino, quattro Santi e due donatori è attribuito dalla critica al Maestro di San Martino a Mensola e realizzato alla fine del XIV secolo. In un intervento successo, databile alla fine del XV secolo, sono state aggiunte le figure dei due donatori. La tipologia iconografica del dipinto si collega alle tante immagini con simili soggetti, presenti nella cultura figurativa del Trecento fiorentino.”
Un patrimonio dunque di grande importanza per il quartiere e per Firenze che grazie al lavoro congiunto fra pubblico e privato può continuare a raccontare la devozione della città nei secoli.
“Tra le funzioni statutarie del Comune di Firenze sono poste in rilievo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della città in tutte le sue forme e, in particolar modo, quella dei beni monumentali. – sottolinea Marzia Cantini Funzionario del Comune di Firenze, Ufficio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio che prosegue - Tali finalità, perseguite attraverso le attività di manutenzione, restauro e conservazione del patrimonio architettonico e artistico appartenente al Comune hanno indotto l’Amministrazione cittadina a promuovere il progetto FLORENCE I CARE. Il progetto offre a coloro che sono interessati l’opportunità (secondo svariate forme di collaborazione) di partecipare in prima persona al finanziamento di iniziative volte alla conservazione, al miglioramento ed al potenziamento di uno dei più ricchi patrimoni d’arte e di storia dell’umanità. L’intervento di restauro del Tabernacolo posto in Piazza Piattellina è frutto di questa sinergia ed è stato consentito dal finanziamento proposto dalla Fondazione FRIENDS of FLORENCE.
Gli interventi
Terminati per essere inaugurati mercoledì 1 febbraio alle ore 11,00, i lavori, sono stati realizzati con l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, sotto il controllo del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio del Comune di Firenze nell’ambito del Progetto Florence I Care, e sono stati eseguiti dalle ditte di restauro Bartolomeo Ciccone per il tabernacolo di piazza del Carmine, Atelier Restauro snc e Giuseppe Bartoli srl per quello di piazza Piattellina. Iniziati la scorsa estate, gli interventi, si sono resi necessari per recuperare la leggibilità delle opere nella loro interezza, ma hanno avuto sviluppi differenti: se per il tabernacolo di piazza Piattellina si parla di vero e proprio restauro, per quello di piazza del Carmine, poiché già restaurato circa 25 anni fa, si è trattato di una manutenzione, corredata però di una campagna scientifica volta a verificarne l’effettivo stato di conservazione.
"Il Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli deve la sua ormai venticinquennale attività alla collaborazione fra il volontariato degli Amici dei Musei Fiorentini e le locali Istituzioni (Comune e Soprintendenza), con la presenza al suo interno anche di rappresentanti della Curia diocesana e dell'Opificio delle pietre dure – sottolinea la Presidente del Comitato Oretta Sabbatini - I restauri di tabernacoli promossi e portati a compimento per sua iniziativa superano le due centinaia. Tuttavia non disponendo il Comitato stesso di propri fondi, ben poco di questo totale sarebbe stato raggiunto senza finanziamenti esterni, dovuti alla sensibilità e alla generosità di chi ama e desidera valorizzate la storia e la cultura della nostra città e del suo territorio. La Fondazione Friends of Florence in primo luogo, cui va anche il merito di un’attenzione rivolta sia alle massime sia alle minori (ma ugualmente significative) testimonianze di un patrimonio di arte e spiritualità così dovizioso e diffuso da renderne altamente impegnativa e onerosa la salvaguardia."
Lavori di questo tipo testimoniano ancora una volta l’attenzione profusa da tutti gli enti preposti alla tutela e alla valorizzazione delle opere collocate in città e rendono conto di una collaborazione fra enti pubblici, associazioni e fondazioni private non solo ancora possibile, ma soprattutto sinergica e necessaria poiché in grado di conservare davvero un patrimonio che, se andasse perduto, dissolverebbe parte dell’identità popolare di Firenze.
“I due tabernacoli molto importanti per il quartiere nel quale sono ubicati, sono testimoni di una devozione cittadina che nei secoli si è alimentata proprio attraverso questo genere di manufatti. - Sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence che continua – Da anni la nostra fondazione è impegnata nella salvaguardia di queste opere perché siamo convinti che l’identità della città sia preservata anche salvando esempi di “public art” ossia arte pubblica, fruibile da tutti poiché non conservata in un museo. Proprio perché collocati all’aperto però, i tabernacoli, hanno bisogno di una cura maggiore affinché possano continuare a raccontare il valore culturale di Firenze anche nel futuro, per questo siamo felici di collaborare con Soprintendenza e Comune a fianco del Comitato per il restauro e il decoro dei Tabernacoli degli Amici dei Musei per tutelare queste meravigliose opere d’arte. Con questi sono ormai quattro i tabernacoli restaurati grazie all’impegno del nostro Florence Chapter: colgo così l’occasione per ringraziare a nome di tutta la Fondazione Alison Gilligan, Kate Collins Manetti Co-Chairmen e Diana Richman Honorary Co-Chairmen che hanno reso possibile la realizzazione di questi progetti”.
Tabernacolo Piazza del Carminedopo restauro.
Tabernacolo Piazza Piattellina dopo restauro.