(ASI) Il mito del Vangelo di Giuda, testo apocrifo non riconosciuto dalla chiesa ufficiale, torna a vivere nel romanzo “Quel ramo di pero fruttato” di Salvatore Liguori edito dalla Aracne.
Il testo è incentrato in particolare sul pontificato di Sisto V, nato Felice Peretti. Il pontefice, che prima di salire sul soglio di Pietro era stato inquisitore in Spagna, era venuto a conoscenza della presunta esistenza di questo libro, scritto in copto, la lingua dei cristiani d’Egitto, e come ultimo gesto della sua vita e del suo pontificato vuole trovare questo libro e bruciarlo destinandolo per sempre all’oblio in modo da non dare visibilità alcune alle parole, vere o false, del traditore per antonomasia. Per realizzare il suo scopo Sisto V incarica quindi il capo delle sue guardie svizzere e due fidati e preparati soldati di raggiungere l’Egitto, trovare il testo e portarglielo entro l’equinozio di autunno.
La voglia di recuperare e distruggere il testo è però l’escamotage utilizzato dall’autore per realizzare un romanzo storico quanto mai accurato e ben scritto in cui viene ripercorsa anche parte della storia del papato, in quello che peraltro è stato uno dei periodi più buoi della storia della Santa Sede, pregevole ad esempio il racconto del sacco di Roma avvenuto nel 1527 soprattutto per quanto riguarda i dolori e le sofferenze patite dalla popolazione.
L’autore si sofferma poi sulla figura di papa Peretti per ricordare il suo pontificato, cinque anni durante i quali il successore di Pietro fece del ristabilimento dell’ordine nello Stato della Chiesa una priorità ed incrementò l’attività agricola riuscendo anche a far prosciugare, seppur temporaneamente una parte delle paludi pontine. Decise anche un aumento di tasse e gabelle le cui entrate furono però utilizzate anche per incrementare le arti e le scienze e per sviluppare urbanisticamente Roma.
Parlare del vangelo di Giuda e della figura controversa di questo apostolo offre all’autore la possibilità di parlare del tradimento e dell’aspetto filosofico di questo. Se infatti il tradimento di Giuda faceva parte del disegno divino per la salvezza degli uomini perché in seguito la chiesa ha deciso di demonizzare l’apostolo? Inoltre se da una parte è vero che Giuda tradisce il suo maestro per 30 denari è anche vero che le stesse sacre scritture, anche se non tutte, riferiscono che subito dopo l’Iscariota si pente del suo tradimento e quindi per la dottrina cattolica chi si pente realmente non ha diritto al perdono divino? non a caso lo stesso dubbio che assilla anche il papa sul letto di morte ricordando la sua vita.
Libro ben scritto che fa sorgere nel lettore più di un interrogativo e che merita di essere letto senza preclusioni o preconcetti di sorta.
L’autore
Salvatore Liguori nasce a Sarno (SA) nel 1961. Laureato in Scienze Geologiche all’Università Federico II di Napoli con una tesi sperimentale in geotecnica, ha lavorato inizialmente come geologo presso studi professionisti, negli anni successivi ha svolto funzioni di analista e responsabile di progettazione presso importanti società di informatica italiane . Da alcuni anni è docente di Scuola Media Superiore,ed insegna Geografia, presso Istituti Tecnici e Turistici di Roma.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia
Quel ramo di pero fruttato – L’ultima impresa di papa Sisto V Felice Peretti (1585-150), Aracne editrice, pagg. 180, 15,00 euro