(ASI) Abruzzo – Il Prof. Francesco Galiffa di Nereto (Te) ha scritto recentemente un libro dal titolo “L'Oro dei contadini, la vita del grano dalla Z alla A”, edito dalla casa editrice Tabula Fati.
L'opera dello scrittore storico è incentrata sulla cultura contadina abruzzese, tramite una attenta ricerca sul campo sulle vari fasi della produzione del grano.
Nell'opera il ciclo del grano è analizzato con documenti e ricerche storiche, riferibili in particolar modo alla situazione esistente fino agli anni Cinquanta del Novecento nella Provincia di Teramo ed in particolare nella Val Vibrata.
L'opera che si avvale anche dalla documentazione storica lasciataci da alcuni dei maggiori agronomi del passato, è molto analitica, infatti va dal dissodamento del terreno, passando dalla rotazione della semina, fino ad arrivare, una volta cresciuto, alla sarchiatura, alla falciatura, alla mietitura e alla trebbiatura, per fare il pane.
Questo procedimento viene studiato tenendo ben presente non solo lp scandire del tempo e delle stagioni, ma anche le usanze popolari anche religiose.
Una adeguata documentazione fotografica arricchisce il libro e fa chiarezza nei confronti di certe rievocazioni moderne che mistificano il mondo rurale, ricorrenti nelle sagre dei nostri giorni.
A tal prposito, abbiamo intervistato il Prof. Galiffa a cui abbiamo posto alcune domande sulla sua opera:
- Di cosa tratta il suo libro “L’oro dei contadini?
“Il libro racconta la storia del ciclo del grano: l’aratura, la raccolta, la trebbiatura e l’utilizzo dei prodotti che da esso derivano come la paglia che sin dai tempi antichi è sempre stata importante per costruire capanne, confezionare capelli o come giaciglio per gli animali”.
- Ha un riferimento storico geografico preciso?
“La ricerca sul territorio è stata condotta in Val Vibrata nella prima metà del ‘900 per ciò che concerne le fonti orali e poi nell’800 per quel che riguarda le fonti bibliografiche archivistiche”.
- Che cosa ha voluto comunicare con questo libro?
“Innanzitutto ho voluto trasmettere un pezzo di memoria storica che apparteneva solo al racconto orale dei contadini e che era stato enfatizzato spesso in maniera inopportuna senza ascoltare i diretti interessati e ricamandoci un po’ sopra. E poi ho voluto mettere in risalto i valori dei contadini di quell’epoca come la solidarietà tra i braccianti che cooperavano tra loro nei lavori collettivi».
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia