(ASI) Esprimiamo profondo cordoglio e rabbia per la morte dell'operaio 35enne deceduto oggi a Palermo, schiacciato da una porta blindata durante un trasporto. Un'altra vita spezzata sul lavoro, un'altra tragedia che forse si sarebbe potuta evitare. Spesso le morti sul lavoro non sono il frutto di "fatalità": queste morti hanno nomi, cognomi e responsabilità.
L'insicurezza sul lavoro è il prodotto di anni di tagli alla prevenzione, di controlli insufficienti, di appalti al massimo ribasso e di un sistema che antepone il profitto alla vita. Nel 2025 non possiamo accettare che si muoia ancora così, tra l'indifferenza delle istituzioni e il silenzio colpevole della grande stampa. Lo Stato ha il dovere di garantire che ogni lavoratore torni a casa vivo alla fine del turno di lavoro. È una strage silenziosa che non possiamo più tollerare. Ogni vittima sul lavoro è una ferita alla dignità del Paese. Auspichiamo che le autorità competenti facciano immediata chiarezza su questo ennesimo incidente mortale sul lavoro". Così, in una dichiarazione, Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.