(ASI) Padova- Ormai i galatei non sono più di moda, ma nella storia ci sono stati molti manualetti e saggi intorno alle buone maniere ed allo stare in società. Sicuramente importante per tutti è l'abilità di tener a freno e moderare le manifestazioni delle proprie emozioni e dei sentimenti non troppo gradevoli per gli altri. Le buone maniere non sono capacità che si possiedono fin dalla nascita, ma richiedono l'intervento degli educatori, dei genitori e di altri soggetti, per poter essere adeguatamente sviluppate.
Valentina d'Urso insegna psicologia generale all'università di Padova e nel suo libro "Le buone maniere", ripercorre le regole per sapersi comportare in modo da rendere la vita sociale più agevole.
L’autrice ricorda i testi antichi del galateo, facendo anche un piccolo excursus storico.
Il più famoso fra i testi in lingua italiana è sicuramente “Il Galateo" scritto fra il 1551 e il 1555 da Giovanni della Casa. Ma anche illustri filosofi come Erasmo da Rotterdam, John Locke, Sant'Agostino, San Bernardino da Siena ed altri si sono cimentati nel trattare e nello studiare la buona educazione. Quelli più antichi si rivolgono prevalentemente agli uomini e riguardano i viaggi e gli incontri politici. Nell'ottocento, fino alla prima metà del novecento, gli autori del galateo furono in maggioranza donne e le loro opere erano rivolte soprattutto alle donne. Nei galatei successivi si possono identificare tre principi ai quali le norme s’ispirano: l’igiene, l'estetica e l'etica. La nostra scrittrice ne ha aggiunto un quarto che, piano piano, si è imposto negli ultimi decenni: l'ecologia.
Molto interessante la parte riguardante il problema del "politicamente corretto" che nasce, come dice l'autrice, in ambiente anglosassone.
La D'Urso ricorda che, anche nel campo delle comunicazioni, c'è bisogno di regole: la famosa netiquette, che aiuta ad intrattenere delle corrette e piacevoli relazione sul web.
Ilaria Delicati – Agenzia Stampa Italia