Presentazione a Perugia del libro: “La notte di Sigonella”, quando con Craxi l'Italia difese il principio  di sovranità nazionale

(ASI) Nella giornata di venerdì 13 novembre, si è svolta a Perugia alla Sala dei Notari, la presentazione del libro “La notte di Sigonella” con la proiezione dell’omonimo docufilm a cura della Fondazione Craxi.

L’incontro aveva come oggetto la questione dei fatti passati alla storia come il sequestro dell’Achille Lauro e il braccio di ferro tra U.S.A. e Italia a Sigonella, che in questo anno vede cadere il trentesimo anniversario. Nei giorni che vanno dal 7 al 12 di ottobre del 1985, l’Italia ed il suo Governo presieduto dal socialista Bettino Craxi, dovettero fare fronte ad una gravissima crisi internazionale. Il 7 ottobre del 1985, quattro miliziani palestinesi del Fronte per la Liberazione della Palestina, al largo di Port Said, in Egitto, presero sotto sequestro la nave da crociera Achille Lauro con più di 400 passeggeri a bordo. Il gruppo armato pretendeva la liberazione di 52 prigionieri palestinesi. Craxi prese subito i contatti con Yasser Arafat, capo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, il quale inviò due mediatori, tra cui è presente Abu Abbas, uno dei massimi rappresentati del F.L.P.. La situazione sembrava procedere per il meglio. Il giorno del 9 ottobre i sequestratori si consegnano alle autorità dell’Egitto; si ebbe la sensazione che la crisi stesse per finire, ma il peggio doveva ancora arrivare. Poco dopo si venne a sapere che durante i momenti del sequestro della nave, i ribelli palestinesi si erano macchiati dell’omicidio un cittadino americano paraplegico di religione ebraica, Leon Klinghoffer. Saputo il terribile fatto, gli U.S.A. inviarono dei loro aerei militari per imporre all’aereo egiziano – che, secondo quanto era stato comunemente stabilito, stava trasportando in Tunisia i miliziani e i due mediatori – l’atterraggio, nella notte che va tra il 10 e l’11 ottobre, nella base N.A.T.O. di Sigonella. Gli Stati Uniti pretendevano la consegna sia del gruppo armato che dei mediatori. Craxi disse no! Una volta atterrato l’aero nella base di Sigonella, i militari italiani della V.A.M. (Vigilanza Aeronautica Militare) circondarono il velivolo egiziano, e a loro volta furono circondati dagli uomini della Delta Force americana. Dopo l’arrogante pretesa di prendere in consegna i palestinesi, che ripeté il generale della Delta Force, il comandante della base si vide costretto a far girare gli uomini della V.A.M., armi in pugno, dall’aereo verso i soldati americani. Poco dopo, a dare manforte ai soldati italiani, giunsero diverse unità di carabinieri, e questi circondarono i militari americani. La situazione era caldissima, sarebbe bastato un nonnulla per far accadere chi sa quale disastro. L’allora Presidente degli U.S.A., Ronald Reagan, telefonò a Craxi affinché autorizzasse i soldati italiani a lasciar prendere in consegna i palestinesi dai militari americani. Ma Bettino Craxi rimase fermo sulle proprie ragioni e disse al Presidente americano che quegli uomini avevano dirottato una nave italiana in acque internazionali, ergo dovevano finire sotto il giudizio di un tribunale della giustizia italiana. Alla fine gli americani furono costretti a cedere. E gli uomini della Delta Force fecero rientro nei propri aerei per andarsene da Sigonella. I 4 miliziani sconteranno la pena in Italia e Abu Abbas, scoperto il suo coinvolgimento nella vicenda, sarà processato in contumacia e condannato come mandante di quell’azione.

L’accaduto rappresenta il più importante scatto di orgoglio nazionale che un governo italiano compì mai dalla fine della seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni. Uno scatto di orgoglio che venne compiuto soprattutto contro il temibile gigante U.S.A., al quale Craxi fece ben capire che l’Italia è alleata ma non serva.

Alla presentazione era presente l’Onorevole Stefania Craxi, figlia di Bettino, che è il Fondatore e il Presidente Onorario della Fondazione che porta il nome del padre. Diverse le rappresentanze politiche e istituzionali di Perugia e dell’Umbria. Trai molti vi erano Massimo Perari, consigliere al Comune di Perugia per Forza Italia, che aveva il ruolo di coordinatore dell’evento; Emanuele Prisco  Assessore all'Urbanistica del Comune di Perugia;  Claudio Ricci ex Sindaco di Assisi e capo dell’opposizione di centrodestra nel Consiglio della Regione Umbria; l’Onorevole Pietro Laffranco parlamentare di Forza Italia alla Camera dei Deputati.

Introduce Massimo Perari facendo un breve excursus sulla figura di Bettino Craxi e sulla sovranità nazionale dell’Italia <<Non c’è stato più un sussulto di sovranità dell’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale>> – afferma il Consigliere – …<<A Craxi va il merito di aver fatto rispettare la sovranità politica e militare dell’Italia… e l’Italia era tra gli interessi primari di Craxi. Ma non solo rilevanza politica, per Bettino Craxi vi era anche l’interesse economico di essa. L’Italia con Craxi divenne la 5° potenza mondiale, superando anche l’Inghilterra>>. Il Consigliere Perari conclude la sua introduzione con un’ipotesi interessante <<…Forse fu proprio a causa di questa sua azione politica ed istituzionale che Craxi fece la sua fine>>. Ringraziando inoltre Stefania Craxi che nei 20 anni dalla morte del padre si è sempre spesa con coraggio per la difesa della memoria di Bettino.

Dopo l’intervento di Massimo Perari viene effettuata la visione del film documentario dei fatti di Sigonella e dell’Achille Lauro. La pellicola è avvincente, piena di interessanti passaggi storici. In essa si susseguono e si confondono immagini e voci del tempo con interviste attuali dei protagonisti della vicenda.

Effettuata la visione del filmato interviene l’Assessore Emanuele Prisco, che ringraziando le autorità presenti afferma la grande importanza del documento per una <<memoria condivisa>>. <<Un momento di orgoglio di cui oggi l’Italia avrebbe bisogno. Craxi venne chiamato a difendere l’interesse dell’Italia e fu un compito che svolse fino in fondo>>.

Subito dopo Prisco, prende la parola Stefania Craxi: <<Quella era un’epoca di coraggio, di senso della comunità e della nazione>>… inizia subito con parole cariche di emozione l’Onorevole, che proseguendo afferma <<Craxi nei fatti di Sigonella ha dimostrato il suo precipuo interesse per la Nazione. Anche e soprattutto per rendere l’Italia un soggetto partecipe nelle questioni del Mediterraneo. Craxi fu una personalità pacificatrice che diresse la sua azione internazionale con il fine di dare pace e stabilità a tutto il Mediterraneo, nell’interesse anche delle nazioni arabe… La politica di Craxi in merito al Mediterraneo fu realmente lungimirante. Una politica questa che se fosse stata seguita dalle classi dirigenti odierne del Sud Europa e dell’Occidente, forse non si assisterebbe ai focolai di guerra che imperversano oggi in tutto il nord dell’Africa>>. L’Onorevole Stefania Craxi conclude il suo intervento con un riferimento “velato” anche alle questioni giudiziarie che interessarono il padre nella parte finale della sua vita: <<Ed è giusto che le giovani generazioni sappiano una verità. Allora vi era un clima di tensione tra Ovest ed Est, chiamato “Guerra Fredda”. In questa Guerra Fredda in Italia operava il più importante Partito Comunista in Europa, che era finanziato da un Paese avverso alla democrazia e all’Italia, ovvero l’U.R.S.S.. I soldi e i finanziamenti servivano per contrastare tutte le forme in cui questa Nazione nemica dell’Italia operava. Si finanziarono associazioni, marce della pace, partiti, a cui era a cuore l’interesse dell’Occidente e della democrazia, come il Partito Socialista Italiano.>>

Il Consigliere regionale Claudio Ricci parla anche egli dell’importanza fondamentale che ha questo documento prodotto dalla Fondazione Craxi, sia per quanto riguarda il libro sia il film-documentario. Poi pone l’accento sulla <<…differenza fra fare politica ed essere un politico. Craxi fu un politico a difesa dell’interesse dell’Italia>>. E conclude il suo intervento ponendo al centro la geopolitica: <<L’importanza della geopolitica si poté capire per la prima volta forse proprio in quei anni… La geopolitica è importante ed essa influenza anche le nostre piccole vicende quotidiane e le andrà ad influenzare sempre di più>>.

A chiudere il giro d’interventi, vi sono le parole dell’Onorevole Pietro Laffranco. Che ricordando, egli, la sua provenienza politica differente da quella di Bettino Craxi, afferma il suo rispetto per la figura di questo Presidente del Consiglio della “Prima Repubblica”. Afferma Laffranco: <<Per Craxi ho sempre avuto una grande stima considerandolo un grande statista… Craxi era un politico serio che credeva in quello che diceva, e faceva ciò che diceva!... Chi crede nella politica e chi si sente italiano, deve oggi restituire l’onore alla figura di Craxi morto in esilio>>.

L’evento è stato sicuramente anche un momento di riflessione sull’importanza della sovranità nazionale dell’Italia, soprattutto guardando ai nostri giorni. Principio quello della sovranità che dovrebbe essere perseguito da ogni schieramento politico indiscriminatamente. Perché l’interesse della Nazione è l’interesse di tutti i cittadini, sia di destra che di sinistra. E Bettino Craxi, provenendo da un mondo ideale come quello socialista che in svariati modi e tempi ha assunto molte volte una certa retorica antinazionale, è riuscito ha dimostrare l’interesse e la difesa dell’inviolabilità dell’Italia prima di tutto.

Per concludere la cronaca di questo avvenimento, quali parole potrebbero essere migliori se non proprio quelle di Bettino Craxi riportate nel retro del libro “La notte di Sigonella”: <<Nella vicenda di Sigonella io allora difesi il principio di sovranità nazionale.

Pensavo all’Italia come ad una Nazione con tutti i suoi diritti, e non come ad una Italietta.>>

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

 

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