(ASI) La Sagra Musicale Umbra ha chiuso in modo entusiasmante e coinvolgente la 70a Edizione della sua storia, domenica 20 settembre 2015 al Teatro Morlacchi di Perugia.
A incantare la scena musicale per l’epilogo di questa edizione, è stata l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta egregiamente dal giovane maestro slovacco Juraj Valcuha.
In programma due giganti del sinfonismo come Ludwig van Beethoven e Gustav Mahler, dei quali sono state eseguite le seguenti opere : “ Die Weihe des Hauses” (La consacrazione della casa) Ouverture op.124; Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra op. 37; Sinfonia n.1 in re maggiore “Titan”. Di rilievo l’esecuzione della pianista francese Lise de La Salle che ha energicamente interpretato la pagina pianistica del Concerto n. 3 di Beethoven.
I due autori proposti per la chiusura della Sagra, hanno rappresentato momenti esaltanti per la storia della musica, momenti che hanno intessuto significativamente le vicende della storia passata ma recente, e che tuttora sono attuali, ponendoci domande di rottura e di filosofia esistenziale.
La Musica di Mahler è riproduttiva: del suono, del tempo, della storia, delle vicende, della corporalità. Mahler, come in un flusso espressivo incontenibile, pensa e interpreta la sua musica in un avvicendarsi di contenuti da espletare, se non espellere. Tutto, in questo compositore, ha bisogno di venire alla luce, per forza o per necessità. Come un vulcano sonoro, nelle cui dinamiche d’esecuzione le note e le sillabe del suo pensiero musicale galleggiano potentemente, ecco che l’esplosione arriva ed arriverà, piano piano, nell’anima dell’ascoltatore e nell’anima della storia.
Ogni strumento che si avvicenda nella sua penna di compositore, ha un suo percorso ben definito, come un quadro dalle tinte ben tracciate, che anche se a volte si spengono in un decadentismo dell’animo che ripudia se stesso, mai però possono negare il vagito e l’inquietudine, il trapasso e l’oltrepassare la visione del mondo. Il suo mondo è circoscritto, a lui stesso, a Mahler stesso, ma quando ormai la mente di questo genio ha pensato, già la storia è stata scritta, già la visione estrema è stata toccata, esplorata, invasa, per andare poi in altri lidi e incontentabili mete.
L’altro grande, Beethoven, parte dal contrario: dall’Ideale che la musica deve incarnare. L’ideale della storia e della redenzione, l’ideale che l’uomo ha la massima aspirazione in se stesso e nei suoi principi universali, nelle sue capacità di attuazione e attuative. La sua musica è sinfonismo puro,
è bellezza e anche struggevolezza per così dire, è aspirazione e ‘traspirazione’ di valori, di grandiosità.
In quelle melodie ‘compresse’ e toccanti, ampliate e mutevoli, c’è tutto l’incarnato dell’uomo ideale che secondo Beethoven dovrebbe trovare forma e dimensione, un uomo che ha dentro di sé la visione globale del mondo per essere, ma che pur sempre ha dei limiti. Ma la Musica è il ponte di collegamento tra l’uomo e Dio e Beethoven ne è uno dei più grandi costruttori che la storia umana abbia mai avuto. Degnamente ne siamo riconoscenti e amorevolmente ogni volta che una sua opera viene eseguita nei teatri e nelle sale da concerto, per tutti noi è un toccasana e un balsamo se non divino, almeno pregiatissimo. E che beltà…
L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ci ha riproposto con grande stile e autorevolezza le pagine immortali di questi due grandi animi del pensiero musicale. Sembra quasi che le due opere rappresentate siano state sottese in un dialogo tra loro: Beethoven con il suo lirismo e la sua epicità ecumenico divulgativa, Mahler col suo pragmatismo che però vede oltre, agli estremi della rottura, dove si fermano gli altri.
La Sagra Musicale Umbra conclude così la sua edizione 2015, con un lascito importante e significativo: dare ogni volta un sigillo identificativo a questa tradizione umbra che, da 70 anni, porta la Musica oltre i confini del Mondo. Grazie….!!!
Sarah Minciotti – Agenzia Stampa Italia