(ASI) Firenze. È stata prorogata al 18 ottobre 2015 la mostra di 42 opere su carta dedicata a Simone Cantarini - pittore, incisore e disegnatore protagonista della scena bolognese nel secondo quarto del Seicento –, allestita nella Sala Edoardo Detti del Gabinetto e Stampe degli Uffizi, al Piano Nobile del complesso vasariano, che dallo scorso 16 luglio affianca la mostra online dal titolo Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi.
Questa esposizione vistuale nasce nell'ambito di EUPLOOS - progetto di catalogazione, digitalizzazione e pubblicazione online dell'intero patrimonio grafico del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi avviato nel 2006 in collaborazione con la Scuola Normale Superiore e il Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut, e che dal 2014 si avvale del sostegno di Intesa Sanpaolo – e che è rintracciabile sul sito web dell'ex-Polo Museale Fiorentino all'indirizzo www.uffizi.firenze.it/gdsu/euploos.
ALCUNE NOTE SU CANTARINI
Allievo dotato di Guido Reni (Bologna 1575 – 1642), con il quale ebbe sempre un rapporto conflittuale di amore e odio, Simone Cantarini (Pesaro 1612 – Verona 1648), detto "il Pesarese", crebbe nell'ambiente del classicismo emiliano, riuscendo a raccogliere anche le suggestioni della sua terra, le Marche: in particolare, quelle dell'urbinate Federico Barocci (Urbino 1535 – 1612) e del veronese Claudio Ridolfi (Verona ca. 1570 - Corinaldo 1644), attraverso le cui opere entrò in contatto con la pittura cinquecentesca veneta e centroitaliana.
LA MOSTRA CARTACEA E ONLINE
La mostra Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi nasce nell'ambito di EUPLOOS - progetto di catalogazione, digitalizzazione e pubblicazione online dell'intero patrimonio grafico del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (d'ora in avanti GDSU) – e segue quelle dedicate ad Amico Aspertini e Federico Barocci.
I disegni esposti, a penna, a matita, a pietra rossa e nera, permettono di ammirare la padronanza, da parte di Cantarini, di tutte le tecniche grafiche; in stretto rapporto con queste ultime, inoltre, si aggiunge l'incisione, affrontata con tratto decisamente personale e innovativo.
I documenti presentati al centro della sala evocano poi un altro aspetto interessante della raccolta del GDSU: il fatto che un nucleo significativo di disegni fosse presente nelle collezioni fiorentine già entro il 1675. Confrontando questi fogli con quelli allestiti nella parte destra della sala, acquisiti con la donazione dello scultore Emilio Santarelli nel 1866, è possibile comprendere alcuni aspetti del collezionismo di grafica cantariniana dal XVI al XIX secolo.
Il nucleo Santarelli è anche il punto di partenza per la ricostruzione del rapporto tra disegno e incisione nell'opera di Cantarini. Questo dialogo, di certo una delle caratteristiche più interessanti dell'arte grafica del Pesarese, trova un'immediata rappresentazione nell'immagine simbolo della mostra, il disegno preparatorio e la relativa incisione con lo stemma della città natale del pittore. A chiudere il percorso, le parole del biografo dei pittori bolognesi Carlo Cesare Malvasia (1678) confermano in Cantarini uno dei più grandi artisti su carta italiani del suo secolo.