(ASI) Dopo il grande il successo dell' inaugurazione della mostra "L'Accademia e l'Eros" presso la Galerie Giulia Antiquités, l'artista Roberto Di Costanzo racconterà attraverso il ritratto dal vero di una modella atmosfere di fine ottocento.
L'appuntamento sarà in via Giulia 140, a Roma, lunedì 15 alle ore 19. I visitatori sono invitati a lasciarsi condurre nel salotto borghese di via Giulia per assistere ad un ritratto "en pose" nel quale l' artista rievoca atmosfere accademiche di nudo con la modella.
L'esposizione, nata dall'incontro di Roberto Di Costanzo con Massimo Sarandrea della Galerie Giulia Antiquités, è stata inaugurata giovedì 4 dicembre in via Giulia 140, a Roma. Una grandissima folla di amici, ospiti d'eccezione, collezionisti e artisti hanno fatto rivivere la storica via dell'arte: via Giulia, una sorta di via Margutta "ante litteram", è stata zona di residenza tra le preferite dagli artisti, tra i quali Raffaello, Cellini e più tardi Borromini. Ed è oggi la via di artisti, gallerie e preziosi negozi di antiquariato.
"La mostra l"Accademia e l'Eros" nasce da un incontro col il maestro Piero Tosi – dichiara l'artista Roberto Di Costanzo - il quale avendo seguito il mio percorso artistico negli ultimi anni, mi invitava a scoprire il corpo,l'anatomia l'espressione fisica. Dall'invito di un maestro nasce questo viaggio intimo che intende sposare l'arte del disegno con la ritrattistica. Ho voluto raccontare storie ed in ognuna cercato particolari nei quali perdermi e svelare l'animo di chi posava".
L'esposizione, che si potrà visitare gratuitamente sino al 24 dicembre, intende riportare alla luce un momento legato allo studio accademico di modelli dal vero. Dall'antica accademia d'arte alla moderna indagine fisiognomica, sempre indagando quell'intrinseca attrazione dell'uomo per l'ambiente intorno a se e nel suo rapportarsi con gli altri. Il disegno, spesso considerata arte minore, è in realtà la sola nella quale vi si rintraccia l'abilità del disegnatore di tracciare l'idea primaria sul foglio, la sua immediata e fluida ispirazione, il segno puro non ancora trattato.
"Roberto indaga il corpo umano – afferma Massimo Sarandrea, dottore in Conservazione dei Beni Culturali - e in particolar modo i volti dei suoi modelli e modelle alla ricerca del profondo spirito dell'eros che alberga in ognuno di noi. Una ricerca nel segno che ci conduce a riflessioni sulla seduzione di un particolare, un racconto del corpo che ci conduce a scoprire attraverso i dettagli indagati con acuta insistenza il mistero della forma nell'arte".
Coprotagonista della mostra, nonché chiave visiva della stessa, è l'erotismo, che supera l'esibizione fine a se stessa e che si aggiunge alla straordinaria opportunità del disegno e del ritratto dal vero di poter comprendere il corpo, di poterlo vivere appieno nello studio del classico rintracciandone modelli antichi di rara bellezza. Indipendentemente dal colore e dalla taglia, dalle preferenze sessuali e dalle diversità fisiche e mentali. I soggetti esposti raccontano l'eros da nuovi punti di vista, mai volgari, ma che punta a sottolinearne la sua carica nella quotidianità e nel suo segreto: l'eros come principale collante sociale, fonte di uguaglianza, che non deve essere mai motivo di scandalo ma sinonimo di umanità. Tra i protagonisti dei ritratti, uomini e donne, gay ed etero, donne di colore e taglie oversize, uomini in attesa, preti senza colletto, donne sole e prostitute senza voglia.