(ASI) Perugia - Una vita da spia, mascherata da ballerina, tra l’Africa, la Francia, l’Italia e il carcere a Perugia. Una morte sui monti dell’Umbria, fucilata dai partigiani, tra i quali era stata infiltrata dalle autorità fasciste nella zona di Morena, tra Gubbio e Pietralunga.
La riabilitazione postuma, nel dopoguerra. Sullo sfondo gli anni della guerra, lo spionaggio tra Francia e Italia, le disfunzioni della giustizia italiana che cambia nel passaggio dal fascismo alla Repubblica, le fragilità di una donna di origini nobili, costretta allo spionaggio per esigenze economiche.
L’ultimo libro di Andrea Maori, “Marion vita da spia. I processi italiani di una ballerina ungherese tra fascismo e ricostruzione post bellica” sarà presentato venerdì 30 maggio alle ore 17, a Perugia, all’Aula del Consiglio Provinciale.
La vicenda di Maria Keller De Schleitheim, detta Marion, nobile ungherese arrivata in Italia come spia francese sotto la copertura di essere una ballerina, dopo una vita familiare difficile e movimentata, incarcerata dal fascismo nel 1940 e condannata a venticinque anni di prigione, non è sconosciuta. Su essa si sono già esercitati Ottorino Gurrieri, subito dopo la guerra, con il libro “una cometa su Perugia”; e, più recentemente, Gianluca Sannipoli, con il romanzo “Colle Antico”. L’opera di Maori, archivista di professione, si basa sulla scoperta di nuovi documenti che ripercorrono la vicenda di Marion fin oltre la morte, avvenuta a Colle Antico di Pietralunga il 28 maggio 1944, per opera delle bande partigiane di Cantiano, subentrate alla brigata San Faustino nel controllo dell’area dell’eugubino, nel convulso mutare della situazioni legato al passaggio del fronte.
I documenti, finora mai esplorati, che Maori ha rintracciato permettono di dare alla vicenda una luce umana e politica nuova. Nel 1947, infatti, si aprì a Perugia un processo contro ignoti per l’omicidio della donna. Maori porta alla luce la documentazione processuale, da cui emerge che furono individuati sia il mandante che gli esecutori materiali della fucilazione, tutti assolti perché avevano agito in base ad un decreto luogotenenziale del 1944 che giustificava i delitti commessi da chi agiva nelle bande partigiane. Ma la vera novità, di cui la precedente opere non davano conto, è che il processo arrivò alla conclusione che Marion non poteva esser ritenuta colpevole di aver commesso il reato di spionaggio e andava quindi riabilitata. Una conclusione che induce perlomeno a riconsiderare la figura di una donna spia per necessità, costretta dal Capo della Provincia di Perugia per la Repubblica Sociale fascista, Armando Rocchi, di cui divenne amante, a spiare le bande partigiane dell’eugubino (sulle quali in verità non diede informazioni di rilievo) e che in punto di morte disperatamente cercò di giustificarsi con lo stato di costrizione e di soggezione cui l’aveva costretta il Rocchi.
In coda al volume è inserita una interessante testimonianza di Furio Ferruccio Benigni – appassionato studioso della brigata San Faustino, membro dell’ANPI, già sindaco di Pietralunga – sulla lotta partigiana tra Umbria e Marche, nella quale vengono riportati nomi e fatti che arricchiscono la ricerca di Maori. Il libro è anche arricchito da alcune foto d’epoca della Keller, del suo ambiente familiare, e delle altre detenute nel carcere di Perugia
Parleranno dell’opera, insieme all’autore, Furio Benigni, dell’Associazione nazionale Partigiani di Pietralunga; Marco Vinicio Guasticchi, Presidente della Provincia di Perugia; Serena Innamorati, ricercatrice della Biblioteca Augusta di Perugia, Gianluca Sannipoli, giornalista; Giuseppe Severini, Consigliere di stato. L’incontro sarà moderato dallo storico Franco Bozzi.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia