(ASI)I testi degli antichi ci dicono che in quei tempi l’educazione dei giovani era basata soprattutto sulla repressione di atteggiamenti e di azioni che contrastassero con le regole generali del vivere nella famiglia e nella società.
Oggi tale principio educativo è considerato assurdo, controproducente ed incivile e si sostiene che una educazione vera e responsabile non può che essere basata su di un’azione di convincimento attraverso l’autonoma presa di coscienza di cosa è il corretto modo di agire in ogni occasione e d in ogni contesto sociale.
Secondo me, come sempre, “ in medio stat virtus” e cioè la cosa più logica e più redditizia al fine di una buona educazione è il sapere contemperare un’azione di convincimento e di ragionamento per insegnare il corretto comportamento con una di adeguata e commisurata repressione con mezzi punitivi quando si verificano episodi di intolleranza alle regole o quando la disobbedienza è voluta aprioristicamente.
Naturalmente, in ogni caso, è importante il terzo elemento per una corretta educazione dei giovani e cioè l’esempio che sempre deve essere in grado di dare un punto di riferimento ed un parametro di confronto al quale adeguare i propri comportamenti.
In tempi recenti, anche in virtù di una convinzione del socialismo internazionale, ha prevalso il concetto che solamente un’azione di convinzione può essere l’elemento decisivo per una corretta educazione, ma i fatti, nella loro concretezza, bocciano tale ipotesi come è certificato dalla situazione delle società moderne che sono indubbiamente meno “ virtuose” di quelle passate.
Lo vediamo nella scuola, nelle famiglie, nei rapporti sociali ed anche nell’aumento di una delinquenza, minorile e non, che boccia senza appello le teorie permissive e fotografa una società ineducata, egoista, irrispettosa dei diritti altrui ed insofferente di ogni regola etica !!
Basta paragonare la media dei comportamenti di quella generazione di sessanta- settantenni che hanno ricevuto un’educazione più rigida con quelli delle generazioni più recenti per rendersi conto di quanto diciamo.
Basterebbe d’altronde una considerazione: possibile mai che tutti i nostri avi, per centinaia di generazioni siano stati degli imbecilli e solo ora sia nata una generazione così geniale da comprendere e risolvere con un tratto di bacchetta magica i problemi dell’educazione dei giovani ??
Penso di no! Senza scomodare la regola dei benedettini, scritta da un santo, in cui si consiglia “ l’uso della verga” per reprimere la disobbedienza dei novizi, noi siamo dell’opinione che in casi particolari, quando il tentativo di convinzione non dia risultati, un’azione repressiva serva a marcare direttamente, efficacemente e con immediatezza il concetto che non tutto è permesso e che il vivere in società comporta degli obblighi verso gli altri che sono stabiliti da regole cui ci si deve adeguare e che la non osservanza di tali regole comporta delle conseguenze spiacevoli.
In caso contrario si darebbe spazio alle esigenze dell’egoismo che è un istinto primordiale ed irrazionale, contrario al concetto di vita sociale.
E’ la semplice estensione, ragionata e graduale, del concetto che a fronte di atti di delinquenza è necessaria un’azione di repressione adeguata per evitare che il caos domini la società e che i prepotenti violentino i miti.
La libertà individuale trova i propri limiti laddove sia in contrasto con le libertà altrui!
Alessandro Mezzano - Agenzia Stamnpoa Italia