(ASI) Nessuno o pochi lo sanno, ma nel 1911 quattordici giovani donne sono affogate nel lago Trasimeno a pochi metri dalla riva. Una storia, che intriga e su cui la giornalista Patrizia Mari ha raccolto molto materiale, ma si sa a volte la scrittura giornalistica non basta per far rivivere una persona, specialmente se sono quattordici.
Quindi la Mari ha chiesto aiuto al noto giallista perugino di adozione, Santi Parlagreco, che con la sua curiosità e ingegno, rielaborando il materiale fornito e confrontandosi con la stessa Mari sulla caratterizzazione dei personaggi femminili ha dato un senso, una trama intrigante a una storia, dove il cuore è proprio la morte. Una morte tragica, assurda, impressa nelle famiglie di quelle giovani donne raccontata attraverso l’inchiesta di una giovane dirompente giornalista, che cerca di fare luce in questo mistero. Un romanzo nel romanzo, scritto un po’ in forma giornalistica, giudiziaria, sotto forma di diario e anche con l’espediente del cantastorie. Insomma un esperimento letterario ambizioso, particolare, azzardato, ma riuscito. Un giallo, che ancor oggi dopo cento anni fa discutere e i cui familiari tengono a mente la vicenda con chiarezza e che lascia ferite, che pone interrogativi sul come morirono nel 1911 queste quattordici, che decisero di andare a fare una gita all’isola Maggiore, pur sapendo nuotare e pur essendo istruite. Incidente? Forse uccise da quel corpetto, che impedì loro di nuotare e che solo undici anni dopo Coco Chanel eliminò, dando più libertà alle donne? Complotto? Maledizione esoterica? La precisione giornalistica della Mari e l’estro artistico dell’ingegnere scrittore Santi Parlagreco, dunque, sono riusciti a far riemergere dalle acque questa tragica vicenda con i suoi misteri, ma riportando anche un mondo passato e moderno all’insegna della femminilità. E finalmente attraverso un romanzo incentrato sulla morte, queste donne sono tornate alla vita. Naufragio al lago è un’altra perla della collana Perugia mistery di Parlagreco, incentrato su un caso di cronaca che a distanza di 100 anni lascia ancora profonde e misteriose ferite aperte.
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