(ASI) E’ ufficiale Perugia ha il suo regista. E’ Daniele Corvi, che non si definisce propriamente come tale, data la sua formazione di giurista, esperto comunque di diritto dello spettacolo, ma che alla prima, tenutasi presso l’università per Stranieri, ha sorpreso tutti con un film low, low budget, ma che rende con autorevolezza onore a Perugia e ai perugini.
Questo fatto è stato sottolineato anche dalle istituzioni e cioè dal presidente del Consiglio provinciale Giacomo Leonelli e dal vice presidente del consiglio comunale Andrea Romizi. Leonelli ha dato rilievo soprattutto al fatto che Corvi senza chiedere niente a nessuno, abbia realizzato un lavoro con tantissimi perugini (oltre duecento) in un momento critico per l’immagine di Perugia. Romizi, invece, che ha confessato di aver preso parte anche durante le riprese, avendo messo a disposizione il suo giardino a Porta Sole, si è soffermato sull’aspetto intimista dell’opera e che permette di capire la “personalità complessa e poliedrica” di Corvi, che si è paragonato in parte al protagonista de L’uomo delle stelle di Tornatore, per aver coinvolto persone diversissime tra loro per motivi di cultura, razza, origini, condizioni sociali e di aver appianato le differenze per due fattori: l’amore per il cinema e per Perugia.
Seppur Corvi abbia sottolineato la “sterilità” della regione Umbria per avviare un discorso produttivo cinematografico, vista la mancanza di una legge regionale sul cinema (paradosso per lui che è stato partecipe della stesura della legge sullo spettacolo dal vivo) e una film commission priva di fondi e che ha visto sfumare un importante progetto per una serie televisiva che poteva coinvolgere Perugia, il giovane regista ha deciso di fare questo, forse ultimo, omaggio alla città; infatti per questo ha dichiarato che difficilmente inizierà un altro progetto a Perugia, salvo “miracoli produttivi”.
Ma tagliando le punzecchiature, Corvi ha poi voluto che fosse dato onore ai suoi attori, che si sono impegnati, divertiti e hanno trovato un nuovo talento e che si sono erte per un giorno a stelle del cinema, cosicché lo stesso regista si è definito solamente un “uomo tra le stelle”. Tra questi si possono menzionare la bellissima mora Ami Codovini, che interpreta la parte di una donna misteriosa di cui il protagonista, il giovane professor Cervo (interpretato dallo stesso Corvi) alle prese con una terribile classe con il 70% di stranieri; l’appariscente bionda, Rebecca Reda, che interpreta una ragazza della Perugia bene, vanesia e un po’ snob che maltratta e perderà il suo fidanzato Paolo (interpretato con simpatia e bravura dal giovanissimo Eugenio Perriello) che si innamorerà di una giovane marocchina studentessa dell’Ipsia; non da ultimo va menzionato l’attore più acclamato, per una prova che lo ho visto trasformarsi nel film da duro a comico-sentimentale e premiato per questo dallo stesso Corvi con un Oscar di plastica: Andrea Cicinelli, cioè l’antagonosta uno spacciatore che poi si redimerà grazie al professor Cervo.
Risate e momenti di riflessione hanno invaso la sala, come quando è stata trasmessa una scena relativa alla contestazione della folla relativa alla sentenza sull’omicidio Meredith e alle bellissime scene con scorci di diverse città tra cui Berlino e Amburgo con scritte di personaggi illustrissimi queli Giovanni Paolo II e Bob Dylan sui giovani,a ccompagnate dperò dalle musiche dell’illustre maestro Marco Betta, che le ha regalate al Corvi in segno di amicizia e stima. Proprio la musica è un punto di forza del film, che ha visto distinguersi un giovane compositore perugino, studente di medicina e amico di Corvi, Giorgio Pomili.
Un inno ai giovani, dunque, che nel film Corvi ha definito :“una marea da arginare con fermezza e amore. Un giovane che dà un messaggio di speranza a persone ancor più giovani e proprio per questo ha voluto premiare con un altro “Oscar” la variegata scolaresca dell’Ipsia Cavour Marconi per aver dato quella profondità cutlturale e sociale che qualifica un bel film. Ci sono dei limiti tecnici, dovuti al budget, ma considerando tutto ciò e vedendo la reazione entusiasta della sala, che si è abbandonata a un lunghissimo applauso, davvero niente male per un inizio. C’è però da mettere in evidenza che il giovane Corvi, ha avuto un ottimo maestro e che proprio con lui discusse del suo soggetto: Marco Bellocchio. Ci auguriamo dunque che l’allievo, se non superi, almeno eguagli il maestro e questo sarebbe davvero un grande successo per i perugini e per Perugia, che però dovranno stare attenti che il corvo non voli via con la sua arte.
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