Festival Internazionale di Roma (dal nostro inviato Daniele Corvi)
Tutti a casa. Questo non è il film arcinoto con Sordi, che per l’occasione in teoria sarebbe stato plausibile riproporre, ma è la scritta in rosso sulle magliettine bianche dei lavoratori dello spettacolo che hanno letteralmente occupato il red carpet. Capitanati dal presidente del movimento Centoautori, Stefano Rulli, attori, registi, sceneggiatori, montatori e perfino produttori si sono messi seduti sul famoso tappeto impedendo alle bellissime Eva Mendes e Keira Knightley di sfilare e prendendosi i riflettori del festival. Hanno preso parola volti noti, quali ad esempio Marco Bellocchio, Ettore Scola, Giulio Scarpati, sconosciuti lavoratori dello spettacolo e giovani studenti delle scuole di cinema. Tutti lamentavano i recenti provvedimenti del Governo che hanno ridotto sensibilmente il Fondo Unico dello Spettacolo eliminando tra l’altro anche altri incentivi quali il Tax credit. Fortemente criticato il Ministro Bondi ritenuto inadeguato al suo esercizio e che non ha mancato di inviare una lettera con cui definiva la manifestazione “ridicola”. Attaccata poi la linea di pensiero del Ministro Tremonti e la sua frase “la cultura non si mangia”, volta a sottolineare che bisogna dare priorità ad altri settori. Non si può certo biasimare il Governo che in tempi di crisi come questi cerca di risparmiare su tutto il superfluo, ma è possibile che sia così messo in difficoltà il cinema italiano? Cosa avrebbero detto De Sica, Fellini, Sordi, Totò vedendo questa triste situazione? Il cinema italiano sta attraversando un brutto momento e la carenza di disciplina legislativa non aiuta di certo la situazione. Questi soggetti accumunati sotto la denominazione di “lavoratori dello spettacolo” (nozione che però a stento nel nostro ordinamento si fa largo, viste le diverse e contraddittorie pronunce della Cassazione), hanno certamente bisogno di far sentire le loro voci, ma era proprio necessario farla nel giorno di apertura del Festival del cinema di Roma? E’ sicuramente un atto forte, che potrà avere l’effetto di dare visibilità all’estero, visto e considerando che le due bellissime attrici americane Keira Knightley ed Eva Mendes sono scese a fare un piacevolissimo saluto di solidarietà ai manifestanti, ma quello che c’è da chiederci è che cosa succederà al Festival di Roma, già in difficoltà e in calo del 30%? Molto dipenderà dal braccio di ferro Governo-lavoratori dello spettacolo perché se le parti si incontreranno a tavolino ridisegnando la situazione giuridico-economica del settore allora si potrà definire la manifestazione, con circa mille persone, come l’inizio di una costruttiva rivoluzione culturale, ma se le parti non troveranno soluzione e rimarranno distanti sarà solamente una ritorsione nei confronti di questo festival che tanta fatica fa ad affermarsi. Merita però di essere sottolineato è che la stessa giuria del festival ha partecipato alla manifestazione, prendendo la parola con l’inizialmente fischiato Luca Barbareschi (in quanto onorevole del Pdl prima di Futuro e libertà poi) che si è riconosciuto come lavoratore dello spettacolo e che ha lamentato una debole attività sindacale delle associazioni che si sono limitate nel tempo esclusivamente ai propri interessi personali e con il presidente Sergio Castellitto, il quale ha letto un documento che riconosce (finalmente) l’unità della categoria lavoratori dello spettacolo. Sperando che il festival possa proseguire e che la manifestazione non degeneri, non resta che augurarci che si arrivi a una soluzione perché il cinema italiano ne ha davvero bisogno.