(ASI) La 79 Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha visto tantissimi temi delicati e in particolare su questioni sociali. Spesso, l’eccesso e la stravaganza hanno preso la scena sul red carpet.
Chiara di Susanna Nicchiarelli è una voce fuori dal core, ponendo l’accento sul coraggio e la spiritualità, pur riprendendo una vicenda del 1200.
Santa Chiara (interpretata da Margherita Mazzucco), che ha seguito San Francesco (Andrea Carpenzano), è rivista in primis come una donna, che lotta, soffre, combatte, si arrabbia ma è mossa da un ideale, un Credo. Una donna coraggiosa che scuote la Chiesa e arriva persino al Papà con la sua tenacia e facendosi anticipare dai suoi prodigi.
Chiara è in primis una paladina delle donne, perché permise alle donne di seguire la loro Fede e il messaggio di Francesco, aiutandole e proteggendole. Non a caso nel film la vicenda si apre con un miracolo per difendere una donna da una violenza e si chiude con un altro miracolo all’interno di una comunità di sole donne.
Il film ripercorre la vita semplice francescana e fa capire la portata rivoluzionaria del messaggio di Francesco e Chiara, arrivato fino ai giorni nostri, contro una società ingiusta come quella di oggi. C’è una particolare attenzione alle scenografie, ai costumi (non a caso il candidato premio Oscar Massimo Cantini Parrini è il costumista) al linguaggio che ricorda un volgare molto vicino al dialetto umbro. C’è un grande studio per la storia e la biografia e ha sicuramente aiutato l’origine umbra (di Tavernelle) della Nicchiarelli, che ha messo in evidenza le sue origini in conferenza stampa.
Il film, finanziato dalla Regione Lazio e con il supporto della Roma Lazio Film Commission è girato per gran parte nella Tuscia dove sono riconoscibili tra le varie location il duomo di Viterbo e la chiesa di Santa Maria Maggiore, ma anche nei luoghi originari di Chiara, cioé in Umbria (con il supporto di Umbria Film Commission), nella piazza di Bevagna. Inoltre, le musiche sono di un gruppo di Assisi, Anonima Frottolisi, noto per la riscorperta del repertorio medievale e rinascimentale.
Il film ha ricevuto alla Biennale quattro premi collaterali: il premio Lizzani, Signis, Venezia diverso Award e Nuovolimaie Talent Award (per la Mazzucco).