(UNWEB) Perugia. Emozionante incontro al Winter Love Film Festival di Perugia, realizzato in sinergia con il Post Museo della scienza e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, con Urs Althaus, l’attore ricordato con affetto dagli italiani per il ruolo di Aristoteles ne L’allenatore nel pallone, in occasione della presentazione del suo libro “Io, Aristoteles, il negro svizzero”.
La vicenda racconta la sua esperienza di vita dal 1977, anno in cui fu il primo modello nero in una rivista internazionale di modo GQ fino al 2009 anno in cui terminò il romanzo che divenne in Svizzera un best seller. Da pochi mesi il libro è stato ristampato in Italia da Biblitoheka proprio per la “sua capacità di raccontare temi anche delicati come il razzismo, la droga, la spiritualità sempre con intelligenza e senza mai essere pesante” ribadisce il presidente del Post Francesco Gatti. “Urs mette a nudo i lati oscuri, mostrando una grande umanità e realizzando un libro autenticamente vero” sottolinea l’assessore alla cultura di Perugia Leonardo Varasano. “Un libro, presentato non a caso il giorno della festa del papà, che però ha come cuore l’amore per la madre, che ha svolto per l’attore il ruolo di entrambi genitori e a cui Urs dedica il libro” afferma il direttore artistico del Love Film Festival Daniele Corvi, e che ha come “Cuore dell’opera proprio la lettera in cui Urs chiede perdono per i suoi eccessi e la diversità, ottenendolo” mette in risalto Varasano.
Il critico cinematografico Fabio Melelli, dopo ave stuzzicato l’attore, su alcuni aneddoti inediti, poco delineati nel libro, come il provino con Sergio Martino, che rimase impressionato dal fatto che Urs avesse giocato veramente a calcio e che il suo più grande rimpianto era quello di avere abbandonato i campi di calcio. Con il celebre film Urs rivela di aver chiuso un cerchio, perché grazie ai vari Ancellotti, Graziani, Zico, Pruzzo ha vissuto quell’esperienza e quelle emozioni che avrebbe voluto da ragazzo. Urs ha espresso gratitudine in particolare per Lina Wertmuller che è stata a vedere in lui delle potenzialità, prima ancora di lui e fu grazie a lei che si trasferì a Roma iniziando la sua carriera che trovò l’apice al fianco di Sean Connery ne Il nome della rosa. Urs proprio nell’indimenticato James Bond, capì la differenza tra un attore famoso e un grande attore, capace con la sua personalità di riempire la scena. “Caratteristica della filmografia di Althaus è che contiene film di tantissimi generi commedia, film d’autore, film internazionali, drammatici” mette in risalto Melelli anche per sottolineare la versatilità di Urs che può vantarsi di essere stato un top model, un attore e un icona del mondo del calcio.
Proprio sollecitato dal critico che Urs in chiusura rivela che tornerà in Italia per fare cinema. Che sia un nuovo graditissimo ritorno di Aristoteles?