(ASI) Rosa. Nudo. Necessario. Raccontare l’universo Lgbt significa lottare per i suoi diritti, in un mondo a cui piace ancora, troppo, suddividerci in ghetti e classificare la forme di libertà, secondo quote di mercato, per lo più. La mission, l’arte e l’etica del regista Giovanni Coda si fonda e si evolve proprio in questa lotta, quotidiana e ormai indefessa da trent’anni.
Al momento impegnato con la lavorazione di due diversi film legati alla vita, alla morte e al diritto di scelta, nella dimensione umana tout court e in quella femminile nello specifico, rispettivamente Histoire D’un Larme e La Sposa Nel Vento, Giovanni Coda è appena stato inserito nella classifica dei migliori film del decennio a tematica femminile e lgbt stilata dall’innovativo magazine Roba Da Donne, con il suo Il Rosa Nudo (2013): https://www.robadadonne.it/lista/migliori-film-del-decennio-2010-2019/?on=ref
“Quali sono i migliori film del decennio? Diversi critici cinematografici in tutto il mondo hanno dato vita a diverse classifiche nelle ultime settimane di dicembre 2019. Ne abbiamo esaminato alcune tra le più autorevoli, scegliendo - spiega la redazione di Roba Da Donne - all’interno di esse le pellicole che, dal nostro punto di vista, forniscono, oltre a una meraviglia estetica e tecnica della settima arte, anche un punto di vista d’avanguardia, innovativo o semplicemente interessante sulla figura femminile oppure su minoranze come afroamericani e mondo Lgbtqai”
L’opera di Giovanni Coda, come sempre sperimentale ma pop, empatica e fuori da ogni ghetto materiale e mentale, tranne più originali al mondo nel far dialogare incontrare scontrare e creare diversi linguaggi artistici oltre che cinematografici in un unico film, con Il Rosa Nudo si ispira alla vicenda di Pierre Seel, parlando in prima persona degli orrori e delle torture subite da Seel nei campi di concentramento dove venne internato in quanto omosessuale e lì testimone di ferocia inaudita e della morte del proprio compagno. Merito di Coda anche aver tradotto per immagini e per un vasto pubblico le memorie dello stesso Seel, mai tradotte in italiano, scritte in collaborazione con Jean Le Bitoux, che a sua volta è stato uno dei più importanti attivisti per i diritti GLBT in Francia e in Europa.
Amore, morte, vita e libertà, nuda, nudo, Coda e Seel tra i nomi che hanno brillato e non solo di “rosa” nel decennio appena salutato.