(ASI) Alla fine l’ha spuntata lui, Lav Diaz, il regista filippino che, con le oltre cinque ore di Mula sa kung ano ang noon, ha presentato il film più lungo del Festival. E in questo lavoro si è persino trattenuto: alcuni sui film durano anche dodici ore.
Lav Diaz, con i suoi piani sequenza che non sembrano finire mai, è considerato uno dei registi contemporanei più innovativi e interessanti. Nel 1972 Ferdinand Marcos, dittatore delle Filippine per oltre un ventennio, proclama la legge marziale. Il film si concentra sustanzialmente sugli anni che hanno preceduto quella sciagurata decisione. «Questa è la storia di un cataclisma. Questa è la storia del mio paese», dice lo stesso regista in voce fuori campo, all’inizio della pellicola. Gli altri vincitori sono:
Premio speciale della giuria: Listen Up Philip di Alex Ross Perry con ElisabethMoss, Krysten Ritter, Jason Schwartzman e Jess Weixler
Premio miglior regia: Pedro Costa con Cavalo Dinheiro
Premio miglior interpretazione femminile: Ariane Labed per Fidelio (L’odyssée d’Alice)
Premio miglior interpretazione maschile: Artem Bystrov per Durak
Menzione speciale: Ventos de Agosto di Gabriel Mascaro
Pardo dei cineasti del presente: Navajazo di Riccardo Silva
Prix du Public UBS: Schweizer Helden di Peter Luisi
Peccato per le pellicole italiane presenti – invero poche – rimaste senza alcun riconoscimento.
Questa sera, a Festival ormai concluso, il Gruppo Genitori Locarnesi ha organizzato la visione di un film per ragazzi, Shana - The Wolf's Music, con il quale Piazza Grande saluterà queste quasi due settimane di grande cinema.
Fabio Simonelli – Agenzia Stampa Italia