(ASI) In via della Lungara a Roma vi era il carcere femminile delle “Mantellate”. In origine era il monastero delle "Serve di Maria ", riconoscibili per il lungo mantello nero. Poi dal 1884 annesso al carcere Regina Coeli, ispirò canzoni, romanzi e film. Nel 1964 cessò la sua attività detentiva per confluire nel carcere di Rebibbia. La rassegna “Krisis – nelle periferie dell’esistenza” propone mercoledì 6 agosto alle 21.30 la pellicola cinematografica di Renato Castellani “Nella città l’inferno”, film che ottenne uno strepitoso successo di critica, ma non il giusto apprezzamento del pubblico quando uscì nelle sale.
Al termine della proiezione, come di consueto, il dibattito prenderà il via alla presenza dei due ospiti presenti: il prof. Giovanni Ciammaruconi dell’Università di Tor Vergata, filosofo della scienza e matematico, nonchè anche musicista; la prof.ssa Ada Filosa dell’Università La Sapienza, grecista e grande conoscitrice della figura femminile nel teatro. Si tratta del terzo appuntamento della rassegna “Krisis” all’interno della prima edizione dell’Itri Film Festival, cui seguirà un quarto evento il 28 agosto prossimo.
Liberamente ispirato al libro “Roma, via delle Mantellate” di Isa Mari, il lavoro del regista Castellani nel 1958 fu particolarmente lungimirante nell’accendere i riflettori sulla condizione femminile nelle carceri italiane. Memorabile - e non senza problemi di convivenza - l’interpretazione di due delle protagoniste, Anna Magnani e Giulietta Masina, che raccontano lucidamente in video la loro situazione. Il regista Castellani arrivò a girare “Nella città l'inferno” dopo aver invano tentato di realizzare la sua idea di un film sulla vita di Paolina Borghese. Quando presero in considerazione questa tematica partendo dal libro di Isa Mari, che era stata davvero in carcere, lui e la sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico passarono molte settimane a documentarsi, sia in Tribunale per assistere ai processi, sia nelle carceri per incontrare detenuti. Durante queste ricerche l'idea originaria era quella di utilizzare, come interpreti con la Masina vere carcerate. David di Donatello 1959 ad Anna Magnani come migliore attrice protagonista.
Ancora una volta, dunque, “Krisis” va ad indagare “nelle periferie dell’esistenza” attraverso eventi che spaziano dal cinema alla letteratura alla musica, partendo dalla filosofia e dalla poesia, attraverso il fil rouge della follia e del confine con la normalità tracciato nel corso dei secoli da storia, uomini e istituzioni.
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Sinossi “Nella città l’inferno”
Accusata ingiustamente di complicità in un furto, Lina, giovane domestica, viene incarcerata. Il brutale contatto con il triste ambiente e con la tragica umanità che affolla la prigione atterrisce la ragazza che, però, poco a poco, grazie alla protezione un po' bonaria, un po' canzonatoria, di Egle, una recidiva, riesce a rassegnarsi alla propria sorte. Egle, che ad una prepotente vitalità unisce una lunga, amara esperienza della vita, della quale lei si compiace, si sente attratta dalla incredibile ingenuità e credulità di Lina. Esorta la ragazza a "farsi furba" per adeguarsi alla realtà della vita, e quando Lina, la cui innocenza è stata riconosciuta, lascia il carcere, le lezioni della compagna l'hanno trasformata. Rimasta in carcere, Egle è destinata a subire una trasformazione altrettanto profonda, ma in senso inverso. Il contatto con Marietta, una giovane romantica, che aspira con tutte le forze alla salvezza, alla redenzione, scuote l'animo di Egle.