L’evento è dedicato alla memoria di Sergio Raffaelli, che con particolare amore seguì il restauro di quest’opera per gli aspetti filologici legati ai testi delle didascalie.
Come ricorda Vittorio Martinelli, Il ponte dei sospiri, prodotto nel 1921, è presente nei tamburini dei giornali di tutti Italia fino alla fine del muto e oltre (ne fu allestita anche una versione sonorizzata all'inizio degli anni ’30). Nel 1925 risulta il quinto film nella classifica della popolarità e, nei risultati del concorso della rivista torinese «Al cinemà», il film di maggior successo degli anni ’20 in Italia. Venne esportato in tutta Europa, in Unione Sovietica e nelle Americhe. La censura intervenne con varie e minuziose modifiche: la soppressione, nel secondo episodio, della scena dell'accecamento del doge, in cui si vede l'applicazione della maschera e il primo piano del Doge accecato abbandonato sulla strada; la didascalia: «Suscitò fremiti nella carne della cortigiana»; l'apparizione di Imperia che si denuda «mostrando le forme posteriori al pubblico». Secondo una testimonianza di Anna Gorilowa, una danzatrice ungherese che fu compagna di Luciano Albertini in numerosi film interpretati in Germania dal celebre atleta, questi considerava il ruolo sostenuto ne Il ponte dei sospiri tra i più adatti al suo temperamento, benché la critica in quell’occasione non fosse stata molto tenera con lui.
Il restauro, completato nel 2002 a partire da un negativo originale integrale proveniente dalla Cineteca Italiana di Milano, privo di cartelli ma dotato di puntuali annotazioni sui bordi relative alle colorazioni e segni editoriali relativi all’inserimento delle didascalie. Il testo integrale di queste ultime, reperito nei visti di censura d’epoca conservati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, è stato rivisto e, quando necessario, emendato filologicamente a cura di Sergio Raffaelli. Sono state quindi ricostruite ex novo quattro serie di didascalie per un totale di quasi 600 cartelli. La restituzione delle colorazioni, ottenuta con il metodo Desmet, ha avuto come base le annotazioni sui bordi del negativo originale. È stato possibile effettuare un riscontro con una copia d’epoca messa a disposizione dalla Cinémathèque Suisse di Losanna, incompleta, con didascalie franco-tedesche e con viraggi e imbibizioni (talvolta combinati).
Insieme al negativo originale, la Cineteca Italiana di Milano ha messo a disposizione per il restauro anche i duplicati negativi d’epoca dei tre “riassunti delle puntate precedenti”, preziosi elementi di corredo, evidentemente apprestati per la presentazione dei singoli episodi del film.
«Per i veri inguaribili cultori del cinema muto e non Il ponte dei sospiri è un momento di massima sintesi della passione cinefila perché si tratta di un distillato in purezza dell’intero spettro espressivo della settima Arte. Gli intrighi della vicenda, il montaggio forsennato, la dinamica recitazione priva di gigionerie (vera rarità nell’era del muto, soprattutto quello italiano), la sperimentazione nelle inquadrature e illuminazioni, il restauro pressoché perfetto con imbibizioni talmente incisive da diventare circostanza del racconto fanno di quest’opera da cinque ore e mezzo una maratona del godimento, del gusto, dello spirito, della gioia. Buona visione» (Antonio Coppola).
Un evento esclusivo di cinema e musica al cinema Trevi
a proiezione integrale del film restaurato
Il ponte dei sospiri di Domenico Gaido (1921, 325’)
interamente musicato dal maestro Antonio Coppola
CSC-Cineteca Nazionale dedica questa serata
al ricordo del grande studioso Sergio Raffaelli
domenica 15 dicembre 2013
ore 17.00 Il ponte dei sospiri di Domenico Gaido (1921, 325’)
Rolando Candiano, figlio del doge di Venezia, arrestato poco prima delle nozze per il tradimento di due amici, il cardinale Bembo e Altieri, membro del consiglio dei dieci, riesce a evadere saltando in laguna dal ponte dei sospiri in compagnia del bandito gentiluomo Scalabrino. Intanto il padre viene condannato all’accecamento. Il film comprende quattro episodi: La bocca del leone, La potenza del male, Il dio della vendetta, Il trionfo d’amore.
Regia: Domenico Gaido - soggetto e sceneggiatura: Giovanni Bertinetti, dal romanzo Le pont des soupirs di Michel Zévaco (1901) - fotografia: Carlo Pedrini, Augusto Navone - scenografia e costumi: Domenico Gaido - interpreti: Luciano Albertini (Rolando Candiano), Antonietta Calderari (Imperia), Onorato Garaveo (Scalabrino), Carolina White (Eleonora), Vittorio Pieri (il Doge Candiano), Armand Pouget (Foscari), Agostino Borgato (Bembo), Carlo Cattaneo (l’Aretino), Giuseppe Falcini (Sandrigo), Luigi Stinchi (Altieri), Romilde Toschi (Bianca) Bonaventura Ibañez (Dandolo), Italia Vitaliani (la Dogaressa); edizione originale: 35 mm, 4 episodi, 6907 m. (vc 1 luglio 1921), copie bn colorate per viraggio e imbibizione.
Copia restaurata: 35 mm, 4 episodi (compresi i riassunti), 6669 m., 288’ (20 fps), colore (imbibizioni e viraggi), 1: 1,33 (full frame).
Restauro a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, sulla base di un negativo originario conservato dalla Cineteca Italiana (Milano) e dei documenti d’epoca conservati dagli Archivi del Museo Nazionale del Cinema (Torino). La Cinémathéque Suisse (Losanna) ha contribuito mettendo a disposizione una copia positiva originaria, infiammabile, colorata, degli episodi terzo e quarto.
4 episodi :
1 - La bocca del leone [Prologo] 1469 m., 65’
2 - La potenza del male 1489 m. + 78 m. (riassunto prima serie), totale: 1567 m., 68’
3 - Il Dio della vendetta 1810 m. + 162 m. (riassunto prima e seconda serie),
totale: 1972 m., 78’
4 - Il trionfo dell’amore 1573 m. + 449 m. (riassunto prima, seconda e terza serie), totale: 2022 m., 77’
«La spettacolosa film Il ponte dei sospiri suddivisa in quattro lunghe serie tenne il cartello per ben quindici giorni. L'adattazione cinematografica del vasto e intricato romanzo storico di Michele Zévaco ha avuto abili artefici nel riduttore Bertinetti e nel direttore artistico Gaido, il quale ha saputo realizzare, con animo di poeta, con tocchi da pittore, dei quadri magnifici per l'emotività dell'azione, per la fedele ricostruzione ambientale cinquecentesca, per l'ottima inquadratura degli esterni di rimarchevole bellezza. Nei riguardi dell'interpretazione devesi rilevare che i ruoli secondari sono riusciti migliori dei protagonisti».
Carlo Fischer, Cine-Fono, 25 giugno 1922
«Mi trovo assai perplesso nel constatare il poco slancio dato dalla stampa cinematografica nazionale a questo Ponte dei sospiri, capolavoro dei capolavori fino ad oggi presentati al pubblico, mentre ho visto portare al settimo cielo lavori esteri i quali, benché buoni e grandiosi, non possono marciargli accanto».
C. Chistè, La rivista cinematografica, 10 marzo 1922
Sergio Raffaelli (1934-2010) è stato uno dei più insigni studiosi di cinema italiani, in modo particolare dei suoi aspetti linguistici. La sua attività inizia a Milano negli anni ’60, quando, sotto la direzione di Nazareno Taddei, fu redattore, assieme ad Aldo Bernardini, dello Schedario cinematografico, pubblicazione che, tramite una struttura a schede, consentì l’applicazione di innovative metodologie di lettura filmica. Alla fine del decennio passa a «Letture». Dal 1973 si dedica all’insegnamento universitario, ottenendo una cattedra di Storia della lingua italiana. Si ricordano le sue pubblicazioni Cinema, film, regia (1978), La lingua filmata (1992) o La lingua nel cinema di Pirandello (1993), e molti altri interventi soprattutto su «Lingua nostra», dedicati all’esame di semantemi tecnici. Si dedica in particolare alla riscoperta di figure dimenticate o il cui contributo al cinema era stato trascurato (come Verga e Gozzano), nonché a questioni in precedenza mai oggetto di riflessione specifica, quali le fasi (e le varietà) del parlato filmico o la storia del doppiaggio. Collabora al restauro di importanti pellicole del muto, come La presa di Roma di Filoteo Alberini (1905) e Il ponte dei sospiri (1921) di Domenico Gaido, ricostruendone le didascalie. Testimonianza della sua cinquantennale attività è l’Archivio Linguistico e Cinematografico Italiano, grande raccolta documentaria, su supporto cartaceo e informatico.
Cinema Trevi – vicolo del puttarello, 25 – Roma tel: 06.6781206
Ingresso unico: 4 euro – ridotti 3 euro
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