“Sulla firma del Contratto Aziendale di Trenord leggiamo le più fantasiose e paradossali dichiarazioni, a partire da quella che lo definisce un grande passo avanti verso il Contratto della Mobilità. È l’esatto contrario – afferma il Segretario Generale dell’OrSA Trasporti Alessandro Trevisan – un clamoroso autogol che smentisce nei contenuti e nella forma quanto appena definito in Confindustria, dalle stesse Organizzazioni Sindacali, sul Contratto Nazionale di 1° livello.”
L’OrSA, il più grande Sindacato Autonomo dei Trasporti ed il più seguito tra i lavoratori della società lombarda di trasporto ferroviario, non ha siglato l’Accordo Aziendale per il rinnovo del Contratto raccogliendo sino ad ora il 45% delle firme dei lavoratori che chiedono il referendum per la sua approvazione.
“FILT-FIT-UILT-UGL e FAST che si sono assunte la responsabilità di firmare un Contratto non solo peggiorativo rispetto ai precedenti, ma addirittura diverso dai criteri del CCNL Nazionale devono avere il coraggio di andarlo a spiegare e farselo approvare dai lavoratori. Noi – prosegue Trevisan – accettiamo la sfida con lo stesso spirito concreto e costruttivo con il quale abbiamo affrontato la trattativa sino alle ultime battute. Se si cercasse, invece, di evitare questo democratico giudizio è chiaro che la conflittualità in Azienda ne sarà la naturale conseguenza e non è difficile ipotizzare una estate caldissima sui binari della Lombardia.”
Una previsione quanto mai azzeccata se pensiamo che l’OrSA associa la maggioranza dei Macchinisti e dei Capi Treno della Società e che già fioccano le disdette alle altre Organizzazione Sindacali.
Intanto ieri nella sede della Società è stata apposta la firma al Contratto, mentre fuori almeno un centinaio di lavoratori contestavano i sindacalisti e l’Azienda.
“E’ il segnale di un crescente malessere, perché sono i lavoratori di Trenord i primi a rendersi conto che questo Contratto non unisce i ferrovieri delle due Società, ma li allontana sempre più da quel Contratto Nazionale che, a parole, tutti i Sindacati dicevano di voler avere come riferimento. Insomma dopo il danno anche la beffa!.”