(ASI) Chi pensa che il Palio di Siena sia solo una corsa di cavalli, non ha capito nulla di uno degli eventi più intensi e significativi d’Italia e d’Europa. Il Palio è un autentico mondo, che solo la piccola grande Siena riesce a far vivere con fascino e suggestione. Penserete che sia il classico evento folkloristico, atto ad attirare turisti? E invece no, il Palio è un affare tutto senese e solo un senese lo può vivere appieno.
Innanzitutto ci sono due pali quello del 2 luglio e del 16 agosto e hanno durata ufficiale ognuno di quattro giorni, tre di preparazione alla gara e uno per la competizione finale, senza contare i festeggiamenti che si protraggono per tutto l’anno. Siena è suddivisa in 17 contrade: Onda, Torre, Oca, Aquila, Pantera, Chiocciola, Tartuca, Giraffa, Bruco, Istrice, Lupa, Nicchio, Val di Montone, Civetta, Selva, Leocorno e Drago. Ognuna con i suoi colori, la sua struttura con al vertice un Priore (capo durante l’anno) e un capitano (capo per il palio) e a parte qualche eccezione ci sono vere e proprie rivalità tra contrade (fortissime per esempio quelle tra Chiocciola e Tartuca, Oca e Torre), dove certe volte si arriva persino alle mani, ma senza mai sfociare in violenza da stadio. Quelli che si vivono dentro al Palio, sono sentimenti, veri, autentici che si tramandano di generazione in generazione con bambini, adulti e anziani a vivere con la stessa intensità ed emozione.
Una storia che inizia a metà del ‘500 e che nonostante la globalizzazione si conserva ancora ed è radicata nelle coscienze collettive. Ci sono due tipi di palio, quello con tantissimi turisti che si mettono vicino alla mossa (luogo di partenza) dalla mattina e che pensano che il tutto sia nella corsa e poi c’è quello dei senesi, intimo, profondo che non possiamo capire pienamente.
Per capire meglio questa realtà sono stato ospitato nella contrada dell’Onda da un ondaiolo di adozione preparatissimo sulla storia, Franco Marzoli, detto il professore di Milano, che con una precisione impressionante mi ha fatto capire con una full immersion cosa fosse il Palio.
Il Palio è un mix di sacro e profano nel quale si rende omaggio a tutta Siena, alle varie contrade, alla Monte dei Paschi e alla Chiesa. Popolo, potere economico e religioso sintetizzano il Palio, che unisce la collettività senese sia da un punto di vista sociale, che spirituale, ma anche economicamente parlando.
Altra cosa significativa è che non è che il cavallo che arriva prima vince, ma c’è tutto un mondo dietro per farlo arrivare. Non tutte le contrade gareggiano, ma generalmente dieci, che vengono estratte a sorte e ognuna attraverso i suoi capitani fa il suo mercato per aggiudicarsi il miglior fantino, che può andare il suo compenso da un 30000 euro se esordiente a un 200000 euro (ovviamente senza considerare i premi). Dopo di che la sorte stabilirà quale cavallo verrà assegnata alla contrada che corre. Stabiliti fantino e cavallo, si potrà avviare tutta una serie di trattative per arrivare alla vittoria.
Quest’anno la contrada dell’Onda ha puntato sul miglior e maturo fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino, vincente dodici volte al Palio, tra cui nel 2005 con l’odiata Torre. L’enorme sforzo economico è stato, però, ricompensato con un buon cavallo il nero Ivanov. Ma ciò non garantisce la vittoria, poiché anche il Drago e il Bruco non scherzano e c’è da gestire una lunga trattativa con le contrade più sfortunate, che cercano di vendersi l’alleanza, offrendosi al miglior offerente. L’Onda ha poi un altro vantaggio e cioè che non corre la nemica Torre e l’unica rivalità accesa presente è quella tra Tartuca e Chiocciola. Ogni volta che ci sono due nemiche, generalmente, si annullano e chi si trova in mezzo a loro, viene coinvolto.
Curiosità è che la sera del 1 luglio con in campo l’Italia a giocarsi la finale con la Spagna, nella contrada dell’Onda erano stati proibiti televisioni e maxi schermi per rispetto al Palio (e hanno fatto bene). Ma cosa straordinaria che al momento dell’inno di contrada tra la commozione e la gioia, l’Italia crollasse al secondo goal di Jordi Alba: ciò ci fa capire che Siena è proprio un altro mondo. La lunghissima cena pre Palio è vissuta come una cerimonia religiosa e sono analizzati parola per parola i discorsi del Priore, del Capitano e del fantino. I contradaioli dell’Onda sono rimasti perplessi per due fattori e cioè per il fatto che il Capitano avesse usato parole caute e che “era l’inizio di un percorso” e poi che Trecciolino non avesse voluto parlare.
Ma siccome il profano c’è sempre, si guarda ai segnali e cioè che il cavallo ha emesso feci in chiesa, che l’unica bandiera a rimanere impigliata sia stata proprio quella dell’Onda e poi che tra gli ospiti, che vedevano per la prima volta il Palio ce ne era uno nato nell’anno della penultima vittoria (il sottoscritto).
La mattina è funestata da una notizia: non corre la Tartuca per non mettere in pericolo la vita del cavallo; qualche ora dopo anche la nemica Chiocciola si ritira e dando un bel segno di civiltà e cioè che i senesi tengono veramente ai loro cavalli. Quindi sarà un palio straordinariamente a otto squadre: Onda, Aquila, Bruco, Giraffa, Drago, Nicchio, Selva e Leocorno.
Momento attesissimo è la disposizione alla mossa, dove una busta arriva al mossiere (quello che verifica l’allineamento dei cavalli e che dà il via) e comunica l’ordine di partenza. C’è da dire che le prime nominate si giocano molto, mentre chi parte in corsa ha praticamente perso. L’Onda è prima, accompagnata dall’Aquila, mentre il temuto Bruco parte per ultimo.
Il mossiere, fortemente contestato a inizio gara per la rigidità nelle prove dei giorni passati, dopo una falsa partenza e un paio di richiami fa partire le contrade, anche se la contrada del Nicchio non era allineata.
Subito l’Onda s’impone e detta il via, superando l’Aquila e tallonata dalla Giraffa; Ivanov vola il primo giro, bene anche il secondo, anche se Trecciolino si gira preoccupato un paio di volte vedendo la Giraffa e il Nicchio, il Leocorno scivola e all’ultima larga curva di San Martino l’Onda trema con un “inciampone” di Ivanov (un salto che potrebbe provocare la caduta), ma rimane in piedi, il Nicchio si fa avanti e supera alla stretta curva del casato, ma Ivanov vola e dopo 17 anni porta l’Onda al trionfa. Viene issato dal palco dei capitani il palio, che Trecciolino e la contrada dell’Onda si prendono
In un para piglia generale, dove c’è molta rabbia tra il Nicchio arrivato alla peggior posizione (secondo) e la gioia dell’Onda, ci si reca alla chiesa di Santa Maria del Provenzano, dove gli ondaioli si radunano tra lacrime, urla e gioia: inizia la festa. Trecciolino viene portato in trionfo si ritorna in piazza del Campo e poi tra tamburi e bandiere si ritorna nella contrada.
Inizia a suonare la campana (lo farà per tutta la notte) e l’euforia dilaga (sempre civile) si beve vino fino alle sei, ma alle 8 di mattina è tutto in ordine pronto per il corteo d’onore, che vedrà l’Onda far visita alle 16 contrade (tutte tranne la nemica Torre) e cantare nella chiesa di ognuna il Te Deum in latino.
Ho cercato di farvi vivere con questo diario di bordo il Palio, che mi ha visto viverlo proprio con la contrada vincente, ma tutte le mie parole non potranno servire a farvi capire, poiché, come ho detto prima, il Palio è un mondo complesso che solo il vero senese può capire e vivere fino in fondo.
Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia