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(ASI) Quest’anno la celebrazione del 20 giugno avverrà in una veste diversa, perché la città di Perugia vuole riappropriarsi del suo ‘abito’ più elegante e tornare ad essere la ‘signora’ di sempre. Niente più violenza, niente più degrado per le vie della città. Il popolo perugino farà sentire la propria voce in occasione di una celebrazione storica chiedendo che venga restituito ciò che di diritto gli spetta: la dignità e il rispetto.

E allora …. Tutta mia la città!! Una incredibile festa popolare vedrà coinvolta l’intera cittadinanza dalle ore 16.00 alle 24.00 in un susseguirsi di eventi gratuiti di musica, teatro e sport. Come hanno dichiarato il Sindaco Boccali e l’Assessore alla Cultura Cernicchi, “Non sarà un contenitore di iniziative ma un modo nuovo di vivere virtuosamente, tutti insieme, il centro.”

Il ‘popolo’ vuole giustizia e a testimoniarlo sono l’adesione e lo spirito propositivo delle associazioni che hanno lanciato l’idea e dei 250 volontari che daranno un contributo sostanziale all’evento.

Fra gli spazi dedicati alla manifestazione ricordiamo la Sala dei Notari, la galleria Nazionale dell’Umbria, la sala Miliocchi di c.so Garibaldi, Piazza IV novembre e i giardini Carducci, via Bonazzi, piazza Matteotti, via dei Priori e le altre strade del centro cittadino.

20 giugno 1859. Una data storica per la città di Perugia che si rese teatro delle memorabili stragi risorgimentali. Le truppe papali, forti di circa duemila uomini si resero artefici di un vero e proprio massacro di civili, rei di essersi ribellati allo Stato della Chiesa. Lo storico Villari, nella sua opera ‘Storia generale d’Italia’ricordava con queste parole la terribile strage del 20 giugno: “Furono saccheggiate tante case, nelle quali- per confessione dello stesso Schmidt - fu fatto massacro delle stesse donne; furono invasi un monastero, due chiese, un ospedale e un conservatorio di orfane, nel quale, sotto gli occhi delle maestre e delle compagne, due giovanette furono contaminate ….”

Oggi la stessa Perugia viene saccheggiata e derubata del suo tesoro più prezioso: l’identità.

“Tutta mia la città … un deserto che conosco, tutta mia la città… questa notte un uomo piangerà ..”

Cantava così lo storico gruppo dell’Equipe 84 nel 1969. Ed è questo il quadro che si presenta agli occhi di chi giunge nel centro di Perugia dopo un certo orario. In molti vi è il timore di rincasare tardi e le vie della città, che erano luogo di incontro per giovani desiderosi di trascorrere una serata in allegria sembrano chiudersi in un ‘mutismo forzato’. E’ la notte di martedì 8 maggio 2012: da dietro una finestra un uomo anziano con gli occhi inumiditi dal pianto assiste ad uno spettacolo agghiacciante: bande armate di ragazzi si scontrano e volano spari in quella che doveva essere una notte come tante … sotto un cielo di stelle. E quel signore, impietrito, alla finestra, ricorda la sua Perugia, quella di qualche anno fa quando ci si sentiva “padroni di niente e schiavi di nessuno”… tanto meno della droga!

Quanto riportato potrebbe sembrare frutto della fantasia di uno scrittore o parole ‘rubate’ ad una fiaba, ma così non è: l’uomo che piange dietro i vetri è il cittadino nostalgico del suo piccolo mondo antico e il deserto cantato dall’Equipe 84 è quello che regna sovrano nell’anima di chi si rende artefice della distruzione di questa città.

La guerriglia urbana alla quale abbiamo assistito nella notte di martedì 8 maggio in pieno centro storico è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di episodi vergognosi. Perugia viene definita dalle principali testate giornalistiche come la ‘capitale della droga’ e questo messaggio è inaccettabile per chi conserva nel cuore l’immagine di uno dei ‘salotti’ più belli d’Italia.

 

 

Maria Vera Valastro - Agenzia Stampa Italia

 

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