(ASI) Qualche mese fa su questo giornale mi ero occupato di Perugia, città storica ed artistica sulla quale è gettata la croce di capitale della droga. A distanza di qualche tempo sono costretto a riprendere l'argomento. Tra l'8 e il 9 Maggio 2012, nell'arco di sole 24 ore, il cuore della città è stato teatro di uno spargimento di sangue legatoal traffico degli stupefacenti.
8 Maggio. E' sera e c'è molta gente al 'Turreno', storico caffé a due passi da piazza IV Novembre. Dopo mesi di inverno gelido i perugini si riappropriano del centro, anhe dopo il tramonto. Pochi attimi e il clima cambia: uno scatto, tafferugli tra due gruppi, salta fuori un coltello. Fendenti contro un giovane tunisino che si accascia a terra. Urli, terrore, caos. La rissa si esaurisce con la stessa velocità con cui è cominciata. Sul selciato resta il ragazzo: per lui la prognosi è ancora riservata. Ma chi sono i protagonisti di questa assurda vicenda? Gang dell'est Europa (già protagoniste di rapine e violenze ad ostaggi) e gang di marocchini e tunisini. Spesso e volentieri si tratta di clandestini, difficili anche da rintracciare, dediti ad un commercio illegale che sta distruggendo l'immagine del capoluogo umbro. Il cuore di Perugia, con i locali e le piazze colmi di studenti e turisti, è territorio ideale per chi spaccia stupefacenti: il terribile bollettino del 2011, con oltre trenta decessi, palesa l'intensità del traffico di morte. Ancora nella memoria dei perugini il ritrovamento della studentessa di Città di Castello in località Casa del Diavolo: un mix di alcol e roba sintetica le è stato letale. Soldi e controllo del territorio. Lo sgarbo subito martedì 8 non può restare impunito e, nella perversa logica criminale, questa sera, poco prima di cena, un albanese viene ferito da una coltellata in zona Porta Etrusca. L'assalitore, un nordafricano, vedendo la vittima nascondersi in un bar, lo insegue e, sulla porta del locale, continua brandisce minaccioso il coltello. Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, intervenendo sul Il Messaggero, parla di una dichiarazione di guerrà alla città. Quello che forse il primo cittadino non ha compreso è che Perugia è già in guerra e da molto tempo. Complici del degrado ambientale ed umano l'indifferenza e il perbenismo di cittadini ed istituzioni. E' necessario infatti cominciare a chiedersi il perché si sia arrivato a tanto. Qualcuno dice che sia colpa degli immigrati. Alt. Non scivoliamo nella solita caccia alle streghe. La colpa, se di colpa si deve parlare, è di chi non riesce a scevrare il rispetto per le diversità dall' accoglienza selvaggia, poco controllata, destinata unicamente a mantenere intatta un'icona di falsa generosità.
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