(ASI) L’uomo, il magrebino è vivo. Alla fine se la è cavata. Quello che è avvenuto ieri tra le 23.15 e le 23.30 non è stato altro che uno scontro fra bande: albanesi contro magrebini. Incredibile, ora la nostra città è una questione di altri, o meglio extracomunitari, insomma siamo terra di conquista e il centro è una sorta di far west.
Ma ammettiamo la verità, la colpa è nostra. Istituzioni, commercianti, cittadini e studenti. Chi infatti vedendo uno spaccio, non ha voltato la testa? Chi, addirittura, occasionalmente compra da questi individui “qualcosa”? Chi per paura non viene più in centro lasciando il territorio a “quelli”? Chi, anziché fare qualcosa, si lamenta? Ragionamenti condivisibili e che spesso e volentieri vanno a contrastare con l’interesse individuale.
Perché mi devo prendere una coltellata? Perché devo perdere tempo a chiamare la polizia, se tanto i poliziotti non vengono o hanno paura anche loro? Perché mi devo occupare del centro se abito i o ho proprietà in periferia? Queste considerazioni più o meno condivisibili attraversano la mente del perugino, che è sempre più spaventato e impotente. Queste cose avvengono qui e non per esempio a Napoli, in Sicilia o a Roma, perché non trovano abitanti che gli permettano di fare ciò, nonostante abbiano i loro problemi. Il perugino è per sua natura timido, ombroso, per il quieto vivere, forse un po’ egoista e piuttosto che mettersi in mezzo e lottare, preferisce stare in casa sua a lamentarsi. Insomma, se posso azzardarmi, un popolo coniglio, che non appena sente rumori si rintana. Purtroppo a questo discorso sociologico, si accompagna un’altrettanta disorganizzazione politica, che coinvolge, chiariamo, sinistra e destra: la sinistra perché sta al potere e quindi è responsabile di questo scenario e la destra perché non riesce a fare una forte opposizione e a imporre la sua. La conclusione? Un fallimento, cioè quello che vediamo ormai ogni giorno.
Sapete come potranno cambiare le cose? Con morti italiane, di perugini in pieno centro. E’ una cosa brutta da dire, ma fino a quando albanesi e magrebini si accoltelleranno e spareranno tra loro, si può vivere, si può comunque essere cittadini, magari non si esce la sera e non si va in centro, ma si può stare bene. Per la cronaca questo ragionamento lo facevano gli ebrei con l’emanazione dei primi provvedimenti razziali, hanno sopportato e così facciamo noi, fino a quando arriverà un giorno che albanesi e magrebini anziché sparare colpi in aria o ai propri simili decideranno di colpire direttamente noi, dando vita a una strage.
Abbiamo avuto Meredith che ci ha messo una bella pulce nell’orecchio, Ramazzano avrebbe dovuto indignarci, ma noi continuiamo a essere i soliti paurosi, infatti, abbiamo figli, fratelli, sorelle, parenti, amici e abbiamo cara la pelle, ma adesso sta a noi soltanto decidere se aspettare che le cose precipitino o fare qualcosa, che allontani questi invasori. Perugia è malata e ha bisogno di cure perché sta morendo, perché allora anziché voltarci non ci mettiamo d’accordo per curarla? Perché non ci riprendiamo quella che sarebbe la nostra città, anche se è difficile e ci spaventa?