(ASI) “Si lascia il campo con disonore, un disastro”! Questo l’inequivoco giudizio di Fabrizio Fratini, Segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL, di fronte alla cosiddetta “privatizzazione delle carceri”.
La novità è contenuta nell’articolo 44 del decreto legge sulle liberalizzazioni e prevede l’ingresso dei privati nella realizzazione e gestione delle strutture penitenziarie attraverso lo strumento del project financing .
Per Fratini, mettere sul mercato la gestione di strutture in cui le persone vengono private delle proprie libertà è un “eccesso di liberismo”. Insomma, ironizza il segretario, l’ennesima “soluzione” architettata dal governo dei tecnici di fronte all’emergenza umanitaria delle carceri italiane: “esternalizzare i problemi per ridurre i costi”.
La “privatizzazione” delle carceri, verrebbe introdotta, per Fratini, nella totale assenza di garanzie in un settore tanto delicato. Inoltre, il segretario FP critica il totale disimpegno dello Stato, paradossalmente proprio nel momento in cui la situazione dei penitenziari italiani attraversa la fase più critica, “con un numero di detenuti prossimo ai 70.000 ed all’indomani della sostanziale impasse registrata sul ddl carceri”.
Il paradosso è, poi, per Fratini, anche che da un lato non si interviene in alcun modo per correggere le storture del sistema, “molte delle quali causate dai provvedimenti propagandistici del Governo Berlusconi e dell’ex ministro Alfano”, soprattutto per i detenuti in attesa di giudizio, o quelli in carcere per la legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina. Ma, dall’altro lato, non si investe nel sistema e lo si consegna in mano ai privati, ignorando il richiamo della Corte dei Conti che, in materia di esternalizzazioni, ha “chiaramente fatto emergere il maggior costo per la collettività rispetto alla gestione pubblica”.
Sull’art.44, Fratini preannuncia la netta contrarietà del primo sindacato italiano e chiederà un immediato incontro con la ministra Severino.