(ASI) L’arrivo delle precipitazioni è importante per salvare l’Italia da una grave siccità con il lago di Garda che è sceso al minimo storico del periodo ed è pieno al 38% mentre il Como è pieno solo al 24%, e il Maggiore resiste al 44%.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’allerta maltempo su Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Marche particolarmente colpite dalla siccità.
Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) – sottolinea la Coldiretti - è a -3,7 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni dopo un inverno asciutto che dal punto di vista climatologico è stato il secondo più caldo mai registrato prima in Europa con una temperatura superiore di 1,44°C la media della stagione 1991-2020, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima nei diversi Paesi del Vecchio Continente.
Una situazione che è stata accompagnata da scarse precipitazioni con l’allarme siccità esteso a tutta Europa che impatta sulle produzioni agricole come in Francia, dove con le alte temperature – continua la Coldiretti – crescono le difficoltà per le produzioni di fiori da destinare ai raffinati profumi, alla Spagna dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al prelibato Pata negra.
Un allarme che – sottolinea la Coldiretti – riguarda soprattutto l’Italia dove sono circa 300mila – continua la Coldiretti – le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento. L’arrivo delle precipitazioni è dunque importante per salvare le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso ma anche le coltivazioni in campo come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere che soffrono la prolungata siccità e con grandi preoccupazioni per le rese della prossima raccolta.
Se la pioggia e la neve sono dunque attese per ripristinare le scorte idriche nelle montagne, in laghi, fiumi e terreni i forti temporali con precipitazioni violente – conclude la Coldiretti – rischiano di provocare danni diretti sui terreni secchi che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con frane e smottamenti che compromettono colture e viabilità rurale.