(ASI) Benedetto XVI ha visitato, nella mattina di domenica, il carcere romano di Rebibbia, per chiedere maggiore attenzione verso il mondo dei penitenziari e per portare conforto evangelico a quelli che lui stesso ha definito nel suo discorso "fratelli in difficoltà".
Il Pontefice ha stigmatizzato "sovraffollamento e degrado", considerandoli una "doppia pena" per i detenuti, i quali hanno salutato il suo arrivo urlando in coro "amnistia". Il Papa ha raccolto le istanze di umanità che aleggiano tra i detenuti, auspicato che il carcere "sia sempre più adeguato alle esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalità diverse di detenzione".
Molto commovente è stato l'incontro tra il Papa e un detenuto, culminato con un abbraccio che costituisce forse il simbolo di questa breve ma intensa mattinata. L'incontro si è concluso con la "Preghiera dietro le sbarre" letta al termine dell’incontro nella chiesa intitolata al Padre nostro: «O Dio, dammi il coraggiodi chiamarti Padre... Fatti sentire vicino, nonostante tutto, nonostante il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia... Ricordati di coloro che sono fuori di qui e che provano ancora interesse per me, perché io mi ricordi, pensando a loro, che solo l’amore crea, l’odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le mie lunghe e interminabili giornate».
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