(ASI) Correggio (RE). Una storia a lieto fine, che dimostra una volta di più come gli animali hanno una sensibilità che spesso gli umani sottovalutano. Siamo a Correggio, città dell’Emilia patria di Ligabue. Emma è un pappagallo calopsitta di circa nove anni, di sesso maschile, nonostante il nome, molto amato dalla sua padrona, Nicoletta che, appena può, in casa lo fa uscire dalla gabbia insieme alla sua compagna Sole, per farlo circolare libero.
Da anni è così, ma una mattina di fine giugno, mentre Emma e Sole svolazzano da un divano ad un mobile, dalla spalla della padrona alla ciotola dei semi, accade l’imponderabile. L’infisso della zanzariera della finestra si sgancia all’improvviso ed Emma, spaventato dal rumore, comincia a volare senza controllo, finché infila la finestra. Nicoletta, in preda al panico, esce di casa, cerca di trovare Emma, lo chiama, le pare anche di sentire il suo cinguettio. Ma, poi, le ore passano ed Emma non si trova, di lui nessuna traccia. Nessuno che l’abbia visto. Nicoletta mobilita tutta la città, lascia avvisi scritti a tutti gli angoli delle strade. Mette post su tutti i gruppi Facebook, quelli di Correggio e dintorni e quelli animalisti. Mobilita anche la sua rete di conoscenze dei possessori e amanti dei pappagalli. Ma niente, passano i giorni e su Emma non arriva nessuna segnalazione. È ormai passata una settimana e le speranze di ritrovare l’amato compagno dalle penne color cenere si assottigliano, anche perché gli animali abituati a stare in casa facilmente perdono l’orientamento, se si trovano in spazi aperti. Il pessimismo sembra prevalere ma, una mattina, Nicoletta riceve una chiamata da una sua conoscente, amante dei pappagalli, che abita poco lontano da Correggio. La signora le dice che un’altra sua conoscente, che proprio in quei giorni aveva smarrito, anche lei, un calopsitta, è stata chiamata da un’associazione di controllo del vicinato che ha ritrovato un pappagallo. Ma il volatile non è quello della signora, per cui Nicoletta è invitata a verificare, tramite una fotografia inviatale su whatsapp, se, per caso, si tratti di Emma. Nicoletta trasale di gioia, riconosce Emma all’istante e si attiva per recuperarlo. Apprende cosi che Emma, dopo un volo di giorni per una decina di chilometri, è planata su un’area verde dove stavano giocando una settantina di bambini. E, cosa strana se si pensa che Emma che era diffidente verso gli umani e si faceva toccare solo dalla sua padrona, il pappagallo è andato a posarsi sulla spalla di una bambina. Si è venuto poi a sapere che la bambina era affetta da autismo e ci si è chiesto se sia stato solo un caso che Emma abbia scelto quella bimba tra altri settanta. O se, come sostengono numerosi studi in materia, esiste una forma di percezione particolare per le situazioni umane problematiche anche in questi animali,