(ASI) Roma – Oggi è la Giornata mondiale degli oceani, istituita nel 1992. Il tema di quest'anno è “Oceano: vita e sostentamento” per sottolineare il ruolo dei mari nella produzione di ossigeno e cibo e nell’assorbimento della CO2.
Il 1° giugno scorso si è aperto il “Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile” voluto dalle Nazioni Unite, dall’Unesco e dalla Commissione internazionale oceanografica. Ieri il ministero della Transizione ecologica ha organizzato con l’Ispra il webinar su “La Strategia per l’ambiente marino”, oggi va in onda in esclusiva su Raiplay lo speciale “E il mare come sta?” con il divulgatore scientifico e conduttore televisivo Piero Angela, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, lo scrittore esploratore e fotografo subacqueo Alberto Luca Recchi e la biologa marina dell’ISPRAmbiente Cecilia Silvestri. Un talk organizzato dal Mite in collaborazione con l’Ispra, Raiplay e Radio Rai appositamente per la Giornata mondiale degli oceani.
Gli oceani rappresentano complessivamente il 71% della superficie della terra. Gli ecosistemi marini ospitano una ricca biodiversità e costituiscono una serie di servizi essenziali per l’uomo che vanno dall'approvvigionamento alimentare alla regolazione del clima alle attività ricreative. Dagli oceani, il più grande serbatoio di carbonio assorbito attivamente sulla terra, proviene oltre la metà dell’ossigeno che respiriamo. Pertanto, proteggere l'ambiente marino è fondamentale, non solo per la conservazione della biodiversità, ma anche per il benessere degli esseri umani e del pianeta. Ed è fondamentale anche per la nostra economia, in quanto molti settori dipendono direttamente o indirettamente dai nostri mari, dagli oceani e dalle coste (la cosiddetta “Blue Economy”).
Tuttavia, l’ambiente marino e i suoi ecosistemi sono ancora soggetti a molteplici pressioni e impatti derivanti dalle attività umane, che comprendono la pesca, la perturbazione dei fondali marini, l’inquinamento e il riscaldamento globale. Per fornire una soluzione al problema, l’Ue ha adottato la direttiva quadro sulla Strategia per l’ambiente marino, che prevede un approccio olistico volto a proteggere i mari e le coste favorendo l’uso sostenibile dei beni e dei servizi marini. In questo contesto la Direzione generale mare e coste del ministero è in prima linea nell’attuazione della Strategia marina, collaborando con l’Ispra e il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), gli istituti di ricerca e le aree marine protette. Il Piano di monitoraggio nazionale prevede attività di campionamento trasversali al fine di indagare gli elementi caratteristici dell’ambiente marino e i fattori di pressione e di impatto che gravano sugli ecosistemi.
Un’ulteriore azione del ministero della Transizione ecologica è rappresentata dal servizio antinquinamento marino che opera lungo le coste dell’Italia per prevenire e contrastare l’inquinamento da idrocarburi in mare. Oltre a tale attività di pattugliamento e pronto intervento, è stata avviata un’attività sperimentale di raccolta dei rifiuti marini galleggianti e della plastica in mare.
A livello internazionale, il ministero assicura il ruolo di presidenza di turno della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento. In questo ambito, particolare attenzione viene rivolta alla designazione del Mediterraneo quale area ad emissioni controllata di zolfo, denominata area Seca (Sulfur Emission Control Areas).
Tutte le iniziative intraprese a livello di bacino del Mediterraneo contribuiscono al rispetto degli impegni assunti dall’Italia in campo internazionale, quali il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti dall’Agenda 2030 e degli obiettivi di tutela della biodiversità previsti dalla Convenzione sulla biodiversità.