(ASI) Brusco risveglio venerdì mattina per diversi attivisti del movimento No Tav, colpiti da provvedimenti di perquisizioni e avvisi di garanzia.
Salgono ora a 73 gli esponenti raggiunti a vario titolo da avvisi di garanzia, per diversi episodi: dal blocco di un convoglio, alla violazione di sigilli nella baita abusiva della Maddalena, al blocco dei carotaggi a Susa nel 2010.
Il leader del movimento Alberto Perino ha ricevuto un avviso di garanzia per resistenza a pubblico ufficiale e incitazione alla resistenza (in relazione alla marcia No tav Rivalta-Rivoli di alcune settimane fa), oltre a una perquisizione domiciliare, alla quale ha reagito assicurando che ''non ha portato a nulla se non il sequestro di una mia agenda dove segnavo le spese del mercato e le volte che andavo alla Maddalena''. Perino ha inoltre pronunciato parole dal chiaro significato: ''Resistere, resistere e ancora resistere''.
Del resto, il cantiere dovrebbe partire entro la fine del mese, tuttavia gli attivisti No Tav sembrano intenzionati ad impedirlo. ''Questa operazione è un altro altro autogol per le istituzioni che vogliono l'alta velocità - ha aggiunto Perino -, con questi colpi di mano fanno arrabbiare la gente, che da oggi sarà ancora più determinata''. ''Queste denunce da parte della Procura sono bombe ad orologeria - aggiunge -. Se pensano di spaventarci con le carte bollate si sbagliano di grosso. Noi non li lasceremo passare. Noi resistiamo. Abbiamo già messo in conto le denunce e la prigione''. Solidarietà nei confronti di Perino è giunta puntuale dagli altri attivisti colpiti da provvedimenti di polizia: ''Si sta tentando di far piazza pulita di ogni forma popolare di lotta - ha affermato uno di loro, Damiano Piccione - , anche se con scarsi risultati''.
Intanto, per la giornata di oggi è previsto un presidio di solidarietà verso coloro ai quali sono stati recapitati avvisi di garanzia; appuntamento alle ore 13.00 alla Maddalena di Chiomonte.