(ASI) Pochi giorni prima di Natale, Trenitalia, dopo le richieste della Regione Umbria nei mesi scorsi, ha annunciato l'arretramento alla Stazione Fontivegge di Perugia del Frecciarossa 9500 già in partenza ogni mattina da Arezzo verso Firenze, Bologna, Reggio Emilia AV, Milano e Torino.
Si è chiuso così oltre un anno e mezzo di lavoro e di discussioni, che hanno visto Palazzo Donini recepire proposte e studi già avanzati da Italia Nostra e dal Comitato Ultimo Treno, da anni impegnate per il miglioramento del trasporto ferroviario nella regione.
Non sono mancate le polemiche, frutto di vecchie logiche politiche che nel corso dei decenni hanno sedimentato in Umbria una visione quasi parrocchiale del territorio. Alla notizia dell'imminente accordo con i vertici di Trenitalia, infatti, i sindaci di Terni e Foligno hanno lamentato l'assenza di prospettive analoghe per l'area meridionale della regione, senza tuttavia tenere in considerazione i buoni collegamenti già esistenti su Roma, dove si concentra la quasi totalità della richiesta pendolare di quella porzione dell'Umbria. Per Perugia, la situazione è diversa. Da capoluogo di regione, nonché terzo capoluogo dell'Italia Centrale per popolazione (167.000 abitanti), estensione territoriale (449 km2), peso specifico economico ed importanza storico-culturale, la città di Vannucci e del Pinturicchio ha patito per decenni un isolamento ferroviario intollerabile. Malgrado alcuni interventi di modernizzazione, lo schema infrastrutturale ottocentesco non è mai stato superato rendendo scomodo e disagevole raggiungere sia la Capitale che il Nord Italia. Relegata a semplice stazione secondaria, di collegamento tra Terontola (LL Firenze-Roma) e Foligno (Roma-Ancona), quella di Fontivegge è da decenni emblema di un'occasione mancata.
LA FINTA MEDIOETRURIA
Prima di inviare la richiesta a Trenitalia per estendere il servizio Frecciarossa su Perugia, i principali esponenti della maggioranza di governo regionale di centro-sinistra avevano a lungo ribadito l'insostenibilità dei servizi dell'alta velocità in Umbria, presentando un'altra soluzione: la Stazione MedioEtruria. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura sul modello della Mediopadana di Reggio Emilia, in località Rigutino, frazione del Comune di Arezzo a 12 km dalla città, stanziata direttamente sulla tratta TAV Firenze-Roma. L'ipotesi, annunciata dalle Regioni Umbria e Toscana nel 2013, aveva immediatamente suscitato critiche e perplessità ma, nonostante la positiva novità dell'arretramento del Frecciarossa su Perugia, la Regione Umbria ha fatto sapere di tenere comunque il progetto MedioEtruria in serbo per il futuro. Eppure l'investimento, stimato intorno ai 40 milioni di euro, potrebbe risultare del tutto inutile per una serie di motivi:
- Arezzo, sfruttando le due interconnessioni a nord e a sud della città, è già servita ogni giorno nella sua stazione centrale da due Frecciarossa ed un Frecciarossa1000: uno per Milano Centrale, uno per Napoli Centrale ed uno per Venezia Santa Lucia
- Perugia e Siena, due dei tre capoluoghi che dovrebbero direttamente beneficiare del nuovo servizio, distano rispettivamente 64 e 68 km da Rigutino
- La linea di collegamento interregionale Foligno-Terontola, pensata per consentire agli umbri di raggiungere la nuova stazione AV, è interamente a binario unico, provocando non di rado ritardi di parecchi minuti
- Con circa 50 minuti in più di percorrenza, sia in treno che in auto, è possibile raggiungere Firenze per usufruire di un maggior numero di treni ad alta velocità direttamente alle stazioni di Santa Maria Novella e di Campo di Marte
- Per raggiungere Roma da Perugia, dirottare su Rigutino comporterebbe dover percorrere un'ora di viaggio in direzione opposta per poi scendere/parcheggiare, salire su un Frecciarossa e arrivare a Termini in un'ora, per un tempo complessivo di circa due ore e un quarto, di poco inferiore a quello impiegato mediamente dai regionali veloci attualmente operativi tra Perugia e la Capitale, ed identico a quello degli Intercity (2h16').
Quella di Rigutino, in sostanza, più che servire i circa 295.000 abitanti dell'area vasta Perugia-Trasimeno-Altotevere, sarebbe di fatto la Stazione AV di Arezzo e dintorni, in un'area priva di grandi interessi industriali, turistici e universitari, ad appena 40 minuti di percorrenza da Firenze.
IL PIANO FONTIVEGGE
Nel corso degli ultimi tre anni, la nuova amministrazione comunale di centro-destra, la prima dal dopoguerra, guidata dal forzista Andrea Romizi, ha cominciato a lavorare per cambiare radicalmente l'assetto di un quartiere difficile e problematico come quello di Fontivegge, dove all'assenza di treni comodi e veloci si è spesso aggiunto il degrado tipico delle stazioni ferroviarie delle città italiane, colpite da borseggi, spaccio di stupefacenti, prostituzione e accattonaggio. L'incontro di qualche settimana fa con il presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni, giunto proprio a Fontivegge per ufficializzare l'impegno del governo sulle periferie di Perugia e Terni, ha conferito un imprimatur decisivo al piano di riqualificazione proposto dal Comune.
Nel quadro di questa generale trasformazione del quartiere, la conclusione della trattativa fra la Regione Umbria e Trenitalia per l'estensione del servizio Frecciarossa su Perugia dovrà svolgere un ruolo di stimolo per una rapida riqualificazione dei servizi interni e contigui al perimetro della Stazione. In tema di ricettività è già previsto l'imminente arrivo di una grande catena alberghiera di alto livello, pronta ad investire su un vicino terreno abbandonato. Sarà dunque necessario realizzare quanto prima una nuova sala d'attesa ferroviaria, proporre servizi commerciali più accoglienti, adeguati ad una clientela di tipo business e turisti più esigenti, un più accessibile parcheggio auto, magari già compreso nel costo del biglietto del Frecciarossa, tapis roulant nei sottopassi interni ed esterni alla Stazione, e interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, al contempo eliminando qualsiasi fonte di degrado, criminalità e sudiciume.
SNODO STRADALE EST-OVEST
Entro l'estate prossima dovrebbero essere completati i lavori lungo la nuova superstrada Perugia-Ancona, un cantiere avviato originariamente nel 1991 che, dopo la frettolosa inaugurazione di Matteo Renzi nel 2016, si accinge a chiudere definitivamente il Quadrilatero Umbria-Marche, comprensivo della parallela Foligno-Civitanova, già completata. Si tratta di un'opera strategica che permetterà al porto di Ancona di connettersi in appena tre ore e mezzo al porto romano di Civitavecchia attraverso l'aggancio con il tratto Perugia-Terni-Orte della SS-3bis (E45) e la statale Orte-Civitavecchia, in via di completamento.
Attraverso lo snodo di Perugia, Ancona sarà collegata più agevolmente anche alla Toscana tramite il raccordo autostradale RA6 Perugia-Bettolle, che consente di raggiungere il casello Valdichiana della A1, per arrivare in circa 4 ore complessive a Livorno, quarto porto italiano per flusso merci e primo in Italia Centrale. Quella compresa tra il capoluogo dell'Umbria ed Ancona sarà la quarta statale a quattro corsie a convergere su Perugia, dopo la SS3bis Orte-Ravenna, il raccordo autostradale Perugia-Bettolle e la Perugia-Spoleto (SS75 Perugia-Foligno + SS3Flaminia tratto Foligno-Spoleto).
Con la realizzazione, già approvata dal CIPE nel 2013, dell'autostrada Ravenna-Mestre, parallela alla pericolosissima SS309 Romea, in un futuro non lontano Perugia potrebbe fungere addirittura da snodo tra Civitavecchia e Marghera, ripristinando in chiave moderna l'antico Corridoio Bizantino. Intorno a Perugia, insomma, potrebbe presto definirsi la costruzione di una rete logistica analoga a quella di Piacenza nel Nord Italia.
PUNTI DI FORZA
Logistica Nella frazione perugina di Ponte Felcino ha sede il gruppo PAC 2000A, responsabile della grande distribuzione organizzata di tutti i centri Conad (e affiliati) di Umbria, Lazio, Campania e Calabria. Con un fatturato di oltre 2,8 miliardi di euro, PAC 2000A è la prima azienda della regione. Nello stesso settore, a Magione opera Eurospin Tirrenica, con un volume d'affari pari a circa 700 milioni di euro. A Castiglione del Lago, sulla sponda opposta del Trasimeno, ha invece sede Coop Centro Italia che, con un fatturato di poco superiore ai 636 milioni di euro, opera nelle province di Perugia, Arezzo, Siena, Terni, Rieti e L'Aquila. Seguono, con fatturati rispettivamente pari a 374 milioni e 370 milioni di euro, Farmacentro Servizi e Logistica, che rifornisce circa 1.400 punti vendita di farmaci e parafarmaci in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Abruzzo, Marche ed Umbria, e Grandi Magazzini Fioroni, società facente capo al gruppo vicentino Unicomm, attiva nella grande distribuzione alimentare in Umbria, Toscana, Marche e Lazio.
Moda La vera tradizione manifatturiera del territorio risiede senza dubbio nel settore tessile, un'eccellenza che affonda le sue radici addirittura nel Medioevo. Nel corso del Novecento, marchi importanti hanno portato il nome di Perugia in giro nel mondo. Ai gloriosi nomi del passato, come il vecchio Lanificio di Ponte Felcino, fondato pochi anni dopo l'Unità d'Italia dai fratelli Bonucci, il celebre imprenditore-stilista Umberto Ginocchietti e la Ellesse, ormai proprietà di una holding inglese che produce all'estero, si aggiungono i big del lusso tutt'ora attivi: Luisa Spagnoli, con 128 milioni di fatturato, numerosi store in Italia e all'estero ed un brand che racchiude la storia dell'imprenditoria perugina; Brunello Cucinelli, autentico protagonista del cashmere, con un fatturato di oltre 457 milioni di euro e decine di punti vendita sparsi nelle vie più esclusive delle metropoli del mondo; e l'outsider Fabiana Filippi, di Giano dell'Umbria, con un fatturato di circa 79 milioni di euro ed un marchio in forte ascesa su scala internazionale.
Agroalimentare Il marchio Perugina, fondato nel 1907 da Luisa Spagnoli, è indissolubilmente legato alla storia contemporanea della città. Dal 1988 è proprietà del Gruppo Nestlé. Nonostante i confortanti dati produttivi del 2016, la multinazionale svizzera è intenzionata a ridurre la manodopera. Al di là del braccio di ferro in atto coi sindacati, la Perugina resta un patrimonio del dolciario italiano che fa della città una delle "capitali" europee del cioccolato. Altro big è il Gruppo Colussi che, estesosi a livello nazionale con l'acquisizione di altri celebri marchi italiani, mantiene un grande stabilimento produttivo a Petrignano d'Assisi e una sede amministrativa distaccata a Torgiano. Con 120 milioni di euro di fatturato e quattro stabilimenti in Italia (Perugia/Assisi, Napoli, Bologna e Brindisi), il Gruppo Mignini&Petrini, frutto della fusione tra le due storiche aziende di Ponte San Giovanni e di Bastia Umbra, eccelle invece nel campo zootecnico. Di rilievo è anche il Gruppo Grifo Agroalimentare. Nata nel 1962 come cooperativa dei produttori del latte, la società è oggi una realtà ampia che include non solo la Grifo Latte ma anche altre realtà agroalimentari della regione. Nel settore vitivinicolo, il Gruppo Lungarotti è tra le aziende umbre meglio posizionate all'estero.
Meccanica/Edilizia Ad Olmo, sul versante Ovest della periferia perugina, resta attivo lo storico stabilimento del Gruppo Piccini, sorto dal nucleo industriale delle Officine Piccini, fondate a Perugia nel 1949. Composto da 15 aziende attive nella progettazione, costruzione e manutenzione di edifici e infrastrutture, ma anche nelle energie rinnovabili e nella valorizzazione dei rifiuti solidi urbani, il gruppo è presente in 80 Paesi nel mondo e realizza all'estero il 90% del proprio fatturato, pari a circa 100 milioni di euro. Nella frazione di Ponte Valleceppi, sul versante Est della periferia perugina, sono due i nomi di alto profilo. Il più "antico" affonda le sue radici nel 1947 ed è quello delle Officine Meccaniche Galletti, oggi Gruppo OMG, leader internazionale nella produzione dei mescolatori per il calcestruzzo, con una solida presenza all'estero in Francia, Spagna, Stati Uniti, Cina ed India. L'altro è Cancellotti, azienda fondata nel 1956, specializzata nella produzione di prefabbricati e manufatti impiegati nel settore infrastrutturale, civile ed industriale (barriere new jersey, conci prefabbricati e barriere fonoassorbenti). Nel febbraio di quest'anno, la Cancellotti srl si è aggiudicata un appalto da 15 milioni di euro per i lavori sulla linea 4 della Metropolitana di Milano.
Università Altro storico punto di forza della città è la formazione. Fondata nel 1308, l'Università degli Studi di Perugia è una delle più antiche d'Italia e d'Europa, almeno tra quelle rimaste ininterrottamente in attività. Di recente, il Censis l'ha piazzata al primo posto in Italia per la categoria dei grandi atenei, cioè quelli con un numero di studenti iscritti compreso tra i 20.000 e i 40.000, superando le Università di Parma e di Pavia. Ad essa si affianca l'Università per Stranieri, la prima in Italia, fondata nel 1925. Ogni anno, l'elegante sede settecentesca di Palazzo Gallenga-Stuart e le sue sedi distaccate nel territorio comunale ospitano centinaia di giovani europei, cinesi, giapponesi, russi e americani che a Perugia hanno l'opportunità di studiare la lingua e la cultura italiana. Non sono pochi coloro che, dopo aver terminato gli studi nella città umbra, hanno intrapreso la carriera diplomatica, diventando funzionari, consoli o persino ambasciatori, veicolando il nome della città nel mondo.
Turismo Come ricordato recentemente dalla presidente di Regione Catiuscia Marini, il 70% del flusso turistico in ingresso verso l'Umbria si concentra lungo la dorsale Trasimeno-Perugia-Assisi. A Perugia il dato è grossomodo costante lungo tutto l'anno, anche se registra dei picchi in occasione di eventi annuali consolidati come Eurochocolate, nel mese di ottobre, ed Umbria Jazz, nel mese di luglio. Da quest'area, inoltre, i visitatori possono raggiungere in tempi ragionevoli i centri più affascinanti della Valle Umbra come Spello, Montefalco, Trevi o Spoleto, gli splendidi scenari montuosi della Valnerina (Norcia, Cascia e Preci), l'Alta (Città di Castello, Umbertide, San Giustino, Montone, Pietralunga e per estensione Gubbio) e la Media (Marsciano, Todi e Orvieto) Valle del Tevere. Fin'ora poco sfruttato a dovere nel suo potenziale, l'Aeroporto Internazionale di Perugia-Assisi, sito in località Sant'Egidio, è l'unica struttura umbra in grado di garantire con adeguati servizi il trasporto passeggeri.
Sport Il nome di Perugia è salito agli onori delle cronache nazionali e internazionali anche attraverso il volano dello sport. Grazie alla passione di imprenditori e dirigenti di successo come Lino Spagnoli, Franco D'Attoma, Spartaco Ghini, Silvano Ramaccioni e tanti altri, il calcio ha raggiunto a Perugia traguardi tuttora impensabili persino per alcune città più grandi: tredici campionati di serie A, il secondo posto dietro al Milan nella stagione 1978-'79 con il primato di imbattibilità, una Coppa Piano Karl Rappan, una Coppa Intertoto, la partecipazione a due edizioni della Coppa UEFA (1979-'80 e 2003-'04) ed una fucina di giovani talenti lanciati ai massimi livelli del calcio come Paolo Rossi, Fabrizio Ravanelli, Gennaro Gattuso, Marco Materazzi, Fabio Grosso e tanti altri giocatori poi arrivati nelle rispettive nazionali. A partire dagli anni Novanta, a Perugia si è affermato ad alti livelli anche il volley: quello femminile, con la pluridecorata Despar Sirio (1970-2011), e quello maschile con la RPA (2001-2012) ed oggi con la Sir Safety Conad, di proprietà dell'imprenditore bastiolo Gino Sirci, allenata dall'ex campione azzurro Lorenzo Bernardi, recente vincitrice della Supercoppa di Lega e fresca campione d'Inverno nel massimo campionato.
SOLUZIONI STRATEGICHE
Questa breve panoramica socio-economica del territorio perugino comprende, per ovvie ragioni di spazio, soltanto una parte delle principali eccellenze locali e non tiene conto tanto della voluminosa massa di piccole e medie imprese attive nel comprensorio quanto del distretto industriale di Bastia Umbra nella sua interezza che, a soli 10 km dal capoluogo, costituisce un piccolo motore economico autonomo ed ospita annualmente eventi di rilievo presso lo spazio Umbria Fiere.
Rilancio ex-FCU Prima di avventurarsi in un progetto come quello relativo alla Stazione MedioEtruria AV a Rigutino, dunque, è opportuno valutare le soluzioni da un punto di vista diverso. Non sono gli umbri e le imprese umbre a dover raggiungere i treni veloci ma i treni veloci a dover raggiungere l'Umbria, perché le infrastrutture devono poter servire i centri di rilievo e svilupparsi in funzione delle aree più densamente abitate, industrialmente dinamiche e socialmente nevralgiche. L'ex-FCU (Ferrovia Centrale Umbra) è una vecchia linea di trasporto regionale quasi interamente elettrificata che taglia longitudinalmente la regione da Città di Castello a Terni, seguendo grossomodo il percorso della SS3bis. Per lungo tempo sottovalutata e abbandonata, da pochi mesi la Regione ha deciso di investire su questa direttrice, ottenendo un finanziamento di 63 milioni di euro dal governo. Due mesi dopo l'apertura dei cantieri per l'adeguamento dei binari, la competenza sulla linea è passata ufficialmente ad RFI, che si è posta l'obiettivo di integrare la linea con la rete nazionale. Quando le ditte all'opera avranno completato l'installazione del nuovo armamento, dunque, saranno presumibilmente realizzate le varianti necessarie a rendere la linea interoperabile rispetto alle stazioni FS di Perugia e di Terni, dove la sola AST, oggi di proprietà di ThyssenKrupp, fattura circa 1,4 miliardi di euro. A quel punto la nuova ferrovia consentirebbe, anche con un semplice Intercity, di abbattere i tempi di percorrenza tra Perugia e Roma di almeno mezz'ora rispetto all'odierna tratta transitante per Foligno e Spoleto, dove per altro abbondano le fermate intermedie obbligate.
Mini-TAV umbra In seguito, una prospettiva tutt'altro che remota potrebbe essere quella di raddoppiare e potenziare sia questa linea che la tratta Perugia-Terontola, con l'obiettivo di aumentarne almeno a 200 km/h il limite massimo di velocità. Si verrebbe a creare così una bretella di decongestione per la TAV Milano-Salerno, dove deviare a metà percorso alcune coppie di Frecciargento tramite le interconnessioni di Orte e Arezzo Sud. Perugia e Terni sarebbero finalmente collegate via Todi e non più soltanto via Foligno, dunque in modo più agevole e rapido verso Nord e verso Sud, consolidando il ruolo di snodo logistico dell'Umbria già previsto dai nuovi piani stradali. Da Perugia e da Terni, inoltre, con servizi ferroviari regionali più accoglienti e decorosi, i turisti in ingresso nella regione potrebbero facilmente raggiungere i centri minori maggiormente attrattivi. In quest'ottica, visto il successo di strutture analoghe lungo le dorsali alpine, è opportuno che RFI e la Regione prendano seriamente in considerazione l'ipotesi di ricostruire con criteri moderni la suggestiva linea ferroviaria appenninica Spoleto-Norcia sul suo tracciato originario, colpevolmente abbandonato negli anni Sessanta e poi smantellato per far spazio ad un percorso ciclabile.
Aeroporto Capitolo a parte merita l'Aeroporto di Sant'Egidio, dove è giunto il momento di realizzare un piano strategico serio e duraturo, magari anche attraverso l'ingresso di un importante socio privato nel capitale del gestore pubblico SASE, che consenta di migliorare i servizi di accoglienza, realizzare una stazione interna ed una bretella di collegamento con almeno una delle due vicine linee ferroviarie ed ampliare l'offerta di voli per città europee alternative alle mete più in voga ma altrettanto appetibili, come Amburgo, Lione, Rotterdam, Vienna, Bergen e Göteborg, ed altre metropoli in ascesa al di là confini orientali dell'UE, come San Pietroburgo, Minsk e Baku, dense di opportunità per le imprese italiane. In questo modo, l'aeroporto sarebbe attrattivo anche per coloro che, provenendo da fuori regione, non dovessero disporre di voli analoghi dagli aeroporti di Roma, Bologna e Firenze-Pisa.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia