(ASI) Mentre la SASE annuncia l'importante accordo siglato con Rayanair che collegherà Perugia e Francoforte , allo stesso tempo non si è placata ancora la polemica per la spinosa questione dei 500.000 euro versati, forse un po’ ingenuamente, dalla regione Umbria alla compagnia FlyVolare. Compagnia aerea maltese, a cui è stata riconosciuta una cifra significativa prima ancora che questa avesse tutte le autorizzazioni necessarie.
Mezzo milione di sogni infranti?
A margine degli sviluppi futuri della vicenda dell’aeroporto, la questione più pressante al momento è certamente come finirà la vicenda “FlyVolare”.. Di fatto si era in presenza di una proposta idilliaca che avrebbe finalmente coniugato le esigenze lavorative dei perugini all’estero o nelle lontane città del nord, con quelle degli studenti e dei lavoratori meridionali a Perugia, con quelle di turisti e stranieri che partono o si dirigono verso Perugia e l’Umbria. Un sogno che al momento si è dimostrato solo una bolla di sapone, quella di una compagnia che ha fatto proposte per nuove rotte, senza avere ancora tutte le autorizzazioni del caso per operare anche sul territorio italiano. A caderci con tutte le scarpe è stata la regione Umbria, che aveva a suo tempo anticipato mezzo milione di euro alla compagnia FlyVolare per consentire l’avvio delle nuove rotte proposte.
Ma se il sogno è stato infranto, che fine hanno fatto i soldi versati? Questa è stata la domanda posta da Claudio Ricci alla giunta regionale umbra per mezzo di apposita interrogazione. A rispondere è stato l’assessore alla mobilità Chianella che ha fatto sapere che “la Sase con una lettera del 4 ottobre a Fly Volare, ha proceduto alla risoluzione del contratto con richiesta di restituzione dei 500mila euro versati come deposito cauzionale. Con lettera del 10 novembre la compagnia Fly Volare ha manifestato la pronta volontà a restituire i 500mila euro e a risolvere il contratto. La Regione segue attentamente tutta l’evoluzione della vicenda riguardante l’aeroporto e manifesta comunque fiducia rispetto ai gestori della Sase”. Chianella ha poi aggiunto- “Se ci saranno situazioni diverse nel prossimo futuro ci sarà modo di parlarne”.
Al di là delle assicurazioni dell'Assessore, gli umbri si domandano: chi sono i responsabili dell'accordo con FlyVolare, visto che questo non andato a buon fine? Perché si è voluto anticipare 500.000 euro alla compagnia maltese senza che questa avesse tutte le autorizzazioni per volare? Chi pagherà per questa controversa vicenda? Infine, con quei 500.000 euro a disposizione, quali voli nazionali ed internazionali si sarebbero potuti portare nello scalo umbro?
Di fatto l’unica certezza per i turisti, per gli umbri, e per i tanti meridionali e stranieri presenti a Perugia, è che continueranno a doversi rivolgere alla mobilità privata per i propri spostamenti veloci. Quanti, per motivi logistici od economici, si devono invece rivolgere al trasporto pubblico su gomma o su ferro, non trovano certo una situazione migliore. I tempi di oltre due ore per collegarsi con i più vicini hub di collegamento alle principali reti di trasporto nazionale (cioè Roma e Firenze), continuano a relegare l’Umbria al rango di regione isolata d’Italia. In quest’ottica lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco avrebbe forse necessità di ben altre misure e di ben altro impegno a beneficio dell’economia regionale, degli abitanti della regione Umbria, e quindi, di riflesso, anche a beneficio degli stessi amministratori regionali e locali.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia