(ASI) Gli effetti del clima impazzito si trasferiscono dai campi alle tavole Agosto bollente in Italia dove le temperature massime sono risultate superiori di 3,9 gradi la media mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 62,3% con una crisi idrica di portata storica a livello nazionale dopo un mese di giugno e di luglio particolarmente siccitosi.
E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade del mese che evidenzia una situazione di criticità diffusa sul territorio con nubifragi e grandine che hanno aumentato i danni. Lungo la Penisola la temperatura massima è stata superiore alla media di 1,2 gradi a luglio e di 3,1 gradi a giugno mentre le precipitazioni sono state inferiori rispettivamente del 41,6% a del 31,5% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. In risultato è che sono salite a oltre 2 miliardi secondo la Coldiretti le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei piu’ caldi e siccitosi da oltre 200 anni, come dimostra lo stato di difficoltà dei corsi d’acqua con il Po che a Boretto ha un livello idrometrico di -2,92 metri mentre lo stato di riempimento dei laghi va dal 42% per il Maggiore al 38,8% per quello di Coma fino al 25,6% per il Garda. Le colture più colpite sono i cereali, il pomodoro da industria, il lattiero caseario, l’olio di oliva, gli ortaggi ed i legumi. L’allarme - sottolinea la Coldiretti - riguarda anche il foraggio per l’alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi mentre il caldo torrido ha provocato stress e fatto crollare la produzione di latte. Ad essere colpite anche le api che sono un indicatore dello stato di salute della natura con la produzione di miele Made in Italy che è piu’ che dimezzata rispetto alla media, per un totale quest’anno attorno alle 10mila tonnellate, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni secondo la Coldiretti. L’ effetto – spiega la Coldiretti - delle diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua ed i violenti temporali estivi che a macchia di leopardo hanno aggravato la situazione ma – sottolinea la Coldiretti - senza dimenticare gli incendi che hanno fatto strage di decine di milioni di api. Ma le conseguenze del caldo e della siccità si estendono alle tavole degli italiani con effetti sulla dieta mediterranea. La frutta è dolcissima per le condizioni climatiche che hanno garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti ma anche la maturazione contemporanea che, insieme alle importazioni dall’estero spacciate per nazionali, hanno provocato una drammatica crisi per i frutticoltori con quotazioni al di sotto dei costi di produzione. Il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve – sottolinea la Coldiretti - è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni anche se in leggero aumento rispetto allo scorso anno che è stata però pessima in termini quantitativi con 182 mila tonnellate, in calo del 62% rispetto all’annata precedente. Anche la vendemmia appena iniziata che è la piu’ precoce del decennio sarà contenuta del 15% ma la qualità varia dal buono all’ottimo dove non si sono gelate, grandine o bombe d’acqua che hanno segnato una pazza estate. Per scegliere il Made in Italy attenzione dunque all’etichettatura di origine che obbligatoriamente indica l’origine sulle bottiglie di extravergine anche se in caratteri minuscoli e spesso nel retro delle bottiglie. Privilegiare – precisa la Coldiretti - quelle che indicano 100% italiano, quelle a denominazione di origine o gli acquisti diretti dal produttore o nei mercati di campagna amica. Il rischio di prodotto straniero spacciato per italiano è presente anche per il pomodoro da conserva con le importazioni di concentrato dalla Cina che sono aumentate del 43% nel 2016 favorite anche – denuncia la Coldiretti - dalla mancanza dell’obbligo di indicare la provenienza nelle confezioni. Attualmente l’etichettatura di origine è obbligatoria solo per la passata di pomodoro, ma la Coldiretti chiede che venga estesa a tutti i derivati, dal concentrato ai sughi fino al ketchup. Una esigenza che vale anche per il grano utilizzato per la pasta con la necessità di rendere immediatamente operativo il decreto interministeriale firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e Carlo Calenda che obbliga ad indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato nella pasta per dare la possibilità di scegliere ai consumatori se sostenere la produzione italiana che quest’anno proprio per il caldo e la siccità è – conclude la Coldiretti - di qualità ottima.