(ASI) «La Grande guerra e la rivoluzione proletaria» è il titolo del nuovo libro di Stefano Fabei (in edibus, 18,00 €) dedicato a una pagina poco conosciuta della nostra storia nazionale, quella relativa al sindacalismo rivoluzionario italiano e al suo apporto, politico e ideologico, all'interventismo «di sinistra», tema questo di grande attualità in considerazione del centenario dell'ingresso del nostro Paese nella Prima guerra mondiale al fianco delle potenze della Triplice intesa.
Tra l'agosto del 1914 e il maggio del 1915, mentre l'Europa era già sconvolta dallo scontro tra gli eserciti delle più grandi potenze, l'Italia fu teatro di forti contrasti tra due schieramenti, uno favorevole all'entrata in guerra, l'altro contrario. Dopo aver raccontato nella prima parte del saggio le origini e gli sviluppi del sindacalismo rivoluzionario italiano dalle origini al 1914 e il fallimento – con lo scoppio del Primo conflitto mondiale e le scelte di conseguenza operate dai socialisti francesi, tedeschi e austriaci – dei due grandi miti del socialismo europeo, il pacifismo e l'internazionalismo, Fabei, in un saggio destinato ancora una volta sia agli specialisti sia al grande pubblico, ricostruisce le fasi attraverso cui i più rappresentativi sindacalisti rivoluzionari italiani – Arturo Labriola, Filippo Corridoni, Attilio Deffenu, Alceste e Amilcare De Ambris, Angelo Oliviero Olivetti, Cesare Rossi, Sergio Panunzio, Paolo Orano, Edmondo Rossoni – passarono dal campo neutralista a quello interventista e quanto pesò la loro scelta politica e dottrinaria sia nell'immediato sia nel primo dopoguerra e nella nascita del fascismo.
L'approfondita analisi di Fabei, docente all'Istituto d'Istruzione Superiore «Giordano Bruno» di Perugia, ci porta inoltre a conoscenza delle condizioni critiche in cui si trovava il fronte rivoluzionario – socialisti, anarchici, sindacalisti e repubblicani – al momento dell'attentato di Sarajevo (28 giugno 1914) e all'inizio delle agitazioni in favore dell'entrata dell'Italia nel Primo conflitto mondiale a fianco dell'Intesa. Un testo dal contenuto impegnativo ma di facile lettura e coinvolgente.
Fabio Polese – Agenzia Stampa Italia